Salute mentale in contesti rurali: Termoli crocevia dello studio scientifico
TERMOLI. Gli operatori della Salute Mentale si sono dati appuntamento a Termoli per discutere di un importante tema di attualità, organizzando un convegno nazionale dal tema “Salute Mentale in contesti rurali”.
Posta una importante riflessione con un incipit quale elemento focale sui cui dibattere: “Le comunità rurali spesso sono associate a paesaggi idilliaci e stili di vita tranquilli, ma dietro questa immagine si nascondono sfide significative per la salute mentale dei loro residenti”.
I saluti istituzionali ed introduzione sono stati tenuti dal dottor Alessandro Gentile, direttore del Csm di Termoli e responsabile scientifico del convegno e dalla dottoressa Alessandra Ruberto – psicologa, presidente dell’ordine degli Psicologi del Molise, Consigliere nazionale Cnop.
Il congegno è stato strutturato in due sezioni, nella prima i relatori hanno presentato le loro relazioni.
Il primo relatore è stato il professor Umberto Volpe – ordinario di psichiatria presso l’Università politecnica delle Marche, trattando “Psicopatologia e contesti di vita: dai setting rurali alle megalopoli”, ha evidenziato come nel tempo sono avvenuti mutamenti dove fosse migliore la qualità della vita, con l’incidenza sullo stato di salute dei soggetti e della loro salute mentale. Indagine che ha messo a confronto le aree rurali e le megalopoli a partire dal 1870 a oggi, trend che ha subito delle diverse oscillazioni, ed inoltre è emerso un dato che se da un lato la qualità della nostra vita nelle zone rurali è più alta perché si è meno esposti al traffico, al rumore, alla luce, dall’altro canto chi vive al di fuori delle grande città ha difficoltà ad usufruire dei servizi e perciò anche delle cure per la salute mentale.
Attualmente esistono diversi studi scientifici, alcuni discordanti, sui luoghi dov’è maggiore la qualità della vita ma un dato consolidato ancora non è disponibile perché andrebbero identificati gli indicatori comuni per rilevare un dato scientifico condiviso.
Ad esempio il tema della digitalizzazione è sempre di più uno strumento, una risorsa ma un rischio in alcuni casi, il tema del suicidio che nei contesti cittadini sta sempre diventando più un’emergenza che tradizionalmente era un elemento che nei contesti rurali ha sempre avuto una grande rilevanza. Quindi questo chi fa capire come l’Italia segue questo trend internazionale e quindi è necessario che anche nel nostro paese le politiche sanitarie che siano in linea con queste nuove tendenze”.
Il professor Domenico De Berardis, direttore del dipartimento di Salute mentale Asl 5 Teramo e Professore a contratto di Farmacologia, Scuola Infermieristica Università dell’Aquila, ha illustrato “Depressione e depressione maggiore resistente. Quali interventi in contesti rurali?”.
Il professor Mauro Pettoruso – dell’Università di Chieti, ha trattato il tema “Addiction e psicopatologia maggiore nei contesti rurali”.
La relazione del professor Antonio Ventriglio – università di Foggia, ha presentato la relazione su “Psicosi e ruralità: epidemiologia e trattamenti possibili”, oltre a presentarci i mutamenti nel tempo dello scenario rurale come è mutato nel tempo, ha illustrato le nuove strutture socio-sanitarie, come le case della comunità, che entreranno a far parte del Servizio sanitario nazionale.
Nel corso della presentazione è stato più volte sottolineato l’importante ruolo che ha il medico di medicina generale (medico di famiglia) che è figura centrale nella prevenzione in materia di salute mentale.
Nella seconda parte si è tenuta una tavola rotonda dal tema “Confronto e priorità di cura”, a cura di Alessandro Gentile, Alessandro Ruberto e Angelo Malinconico (già direttore del Centro di Salute Mentale di Termoli); un confronto costruttivo con gli operatori della salute mentale che hanno rappresentato le priorità per migliorare la qualità del servizio di salute mentale sul territorio.
Il dottor Gentile in merito al tema del convegno di salute mentale e ruralità ha evidenziato come “nel convegno è emerso ancora una volta come queste zone siano estremamente vulnerabili, stiamo creando, partendo da Termoli e dal Molise, un network nazionale su questo tema e stiamo anche proponendo dei sondaggi con il pare degli esperti, e attraverso un QR code che invito a diffondere, si può inquadrare e partecipare al sondaggio, non ci sono delle consensus scientifiche ma abbiamo dei dati, tanti dati frammentati e opinioni di esperti che ci dicono che queste realtà devono essere potenziate in risorse e sono più fragili e soffrono di un tasso di suicidio nettamente superiori alla popolazione generale. Suicidio che oggi è la causa di morte maggiore per gli under 45”.
A termine della seconda sessione dei lavori, e a conclusione del convegno nazionale, la dottoressa Ruberto nel ringraziare tutti gli intervenuti ha dichiarato “è stato un convegno di altissima qualità”.
Giuseppe Alabastro