«L'indimenticabile visita del cardinale Pablo Virgilio David»
GUARDIALFIERA. «Non re, non principe o sovrano. “Non son venuto sulla terra per procurarmi servitori, ma per essere io il servo”. E’ la più sorprendente, la più rivoluzionaria di tutte le definizioni di Gesù. E, questo concetto, ha costituito lunedì pomeriggio, il filo conduttore nella Cattedrale di Guardialfiera, per tutta la durata d’uno splendido indimenticabile pontificale presieduto da Sua Eminenza Pablo Virgilio David, creato Cardinale solo due giorni prima. E per celebrarlo, ha prescelto Guardialfiera, a causa d’un alto senso di appartenenza scaturito negli anni (2006/2015) in cui è stato Vescovo titolare della nostra Cattedrale.
“Cristo non convoca uomini incompiuti e sbiaditi – è stato, dunque, osservato - ma regali, nobili fieri, liberi “. E libero e fiero e nobile è stato infatti Pablo Virgilio allorché, Vescovo di Caloocan nelle Filippine, ha assunto posizioni coraggiose ed audaci contro la guerra, contro la droga, contro le esecuzioni extragiudiziali, e che per questo è stato minacciato di morte. E Egli lo servirà così, ancora così nel folto della sua nuova, alta missione apostolica.
Con lui ci siamo riconosciuti mendicanti di luce, di senso, di cielo. Sostare con lui, innanzitutto, è come un trasalire, è stato come intravedere lo stupore del Tabor, cioè della trasfigurazione, forse addirittura perché è questa la denominazione della chiesa suburbicaria di Roma alla quale l’altro ieri è anche stato assegnato. Ed egli ci ha fatto estasiare al punto da balbettare come Pietro, Giacomo e Giovanni “Oh, com’è bello stare qui”.
E’ stato anche detto che Dio promette la salvezza; ma atrocità, assurdità, guerre fratricide nel mondo, beffeggiano la giustizia ed intimano la disdetta con Lui che assicura invece liberazione e rifugio. Ma come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza aver irrigata la terra; senza averla fatta germogliare, dopo averla fatta fecondare (Is., 55), così anche la voce vigorosa e rigorosa di Papa Francesco non potrà tornare indietro senza diventare Parola, musica, silenzio. Sobilliamo Dio, insomma, affinché metta il suo Spirito in libertà anche sulla costellazione dei tanti villaggi in Palestina, in Giordania, in Israele e che possano riavvertire la percezione di Cristo che passa ancora adesso, che ascolta, che guarisce, che salva! E che presto si respiri aria di felicità.
Il Cardinale Pablo Virgilio (giunto a Guardia con tredici familiari) ha avuto la delicatezza culturale di richiamarsi a Francesco Jovine, in questi momenti travagliati, con questa sua pennellata letteraria” ricordiamoci che la speranza è un fiore che sboccia tra le rocce più dure e che può fiorire anche nelle condizioni più difficile del mondo”».
Vincenzo di Sabato.