Caro energia e rischi globali: scelte intelligenti per non "staccare" la spina

La riflessione lun 29 agosto 2022
Editoriale di Emanuele Bracone
3min
https://www.psicologionline.net/ ©Termolionline.it
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TERMOLI. Corsi e ricorsi storici, o meglio “ricariche” di attualità, visto che parliamo di fonti energetiche.

Recentissima la novità sul contenzioso che vede protagonista la società petrolifera Rockhopper, che ha vinto l'arbitrato con lo Stato italiano per la vicenda Ombrina, il progetto petrolifero offshore davanti alle coste abruzzesi, con un indennizzo previsto di 190 milioni di euro.

Ora ci sarà il secondo grado di giudizio e vedremo quale ne sarà l’esito, ma il casus belli è seme per germogliare una riflessione.

Il mondo post pandemia sembra proiettato indietro di decenni.

Tempo fa parlammo in un nostro precedente editoriale di tempesta perfetta, abbinando proprio l’emergenza sanitaria al rincaro delle materie prime e la crisi delle forniture, per proseguire con la bolla energetica e la guerra in Ucraina.

Sono trascorsi oltre sei mesi, ma l’Occidente, l’Europa, sembrano avvitarsi ancora su da farsi e l’autunno è alle porte. 

Si parla di razionamento, di gradi centigradi imposti, di riscaldamenti “orari”, uno scenario bellico, a tutto tondo.

Un balzo all’indietro della civiltà, con la prospettiva dell’industria che rischia di fermarsi e questo provocherebbe un effetto domino fin troppo immaginabile, con conseguenti crisi sociali ed economiche.

Ma perché si è giunti a tutto a questo?

Nell’ultima decade il problema climatico sembrava aver cambiato le regole d’ingaggio del nuovo sviluppo, quello auspicabilmente sostenibile, visti i rischi a cui andiamo ancora incontro. Purtroppo, in questo lasso di tempo poco si è fatto per invertire la tendenza e affrancarci anche dalla schiavitù di chi fornisce e garantisce l’accensione della modernità, quella che a tutti noi fa comodo a casa e sul lavoro, nei trasporti e la connettività h24.

Scelte come quelle dell’eolico offshore forse tardivamente ammesse dopo tre lustri, ricerche di altre fonti non al passo coi tempi, un efficientamento energetico a chiacchiere e ora ci si chiederà di diventare d’incanto morigerati.

Ricordiamo quando da bambini, erano i primi anni Ottanta, le previsioni sulla cessazione delle risorse petrolifere si orientavano sui 40 anni, beh, i 40 anni sono passati, di petrolio e gas ce n’è ancora molto, ma è necessaria una politica globale, che non mini la sopravvivenza degli ecosistemi e non sia ostaggio di una geopolitica pericolosa.

Il globo è uno, va salvaguardato, occorre uno sforzo comune. Anche se quello che registriamo internazionalmente va nella direzione opposta, come se c’è chi volesse approfittare di una crisi a tutto tondo.

La campagna elettorale è nel vivo e uno dei leader in corsa ha persino chiesto 24 ore di pausa di riflessione per affrontare il nodo del caro bollette. 

Riteniamo che su tante scelte, dalle rinnovabili alle forniture, ci sia stata una dicotomia inspiegabile. Compagnie italiane investono e fanno utili a iosa e le famiglie e le aziende si impoveriscono.

La Golden share del Governo non deve essere solo azionata verso chi vuole fare acquisti nel Paese, ma anche chi dal Paese trae la sua linfa vitale, per andare incontro alle esigenze del tessuto socio-economico.

Le scelte che segneranno il futuro, si parla di nucleare di nuova generazione, ma in Francia ci sono problemi sulle vecchie centrali per la crisi idrica, di potenziare le rinnovabili, ma anche qui con scelte sostenibili, sono da assumere cum grano salis, poiché ne va davvero della sopravvivenza del genere umano, non sono frasi fatte.

Sconvolgimenti climatici, crisi alimentari, razionamenti energetici sono scenari che hanno prodotto solo maggiore conflittualità, dobbiamo uscirne, in modo serio e consapevole, soprattutto tornando ad affratellarci tra i popoli, non a dividerci, ma ancora di più, guardando al nostro Bel Paese, non possiamo più essere ostaggio di una burocrazia asfissiante e di retaggi ideologici.

Non c'è sindrome di Nimby che tenga, l'energia è un fattore decisivo, vale da Piombino come in ogni altro luogo. A Termoli ricordiamo le battaglie contro la Turbogas, ad esempio.

In venti anni la società è cambiata, sotto ogni punto di vista, ma non tutti i settori hanno avuto la capacità di adeguarsi ed è questo lo scotto che stiamo pagando.

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