Termoli e il basso Molise devono avere il Punto nascita e non il reparto Maternità
TERMOLI. L’ospedale San Timoteo di Termoli e il territorio del basso Molise hanno necessità di avere il Punto nascita e non il Punto maternità.
La vicenda del piccolo Youssef, che ieri è stato dato alla luce a 36 settimane dalla madre marocchina Isan, poi trasferito al reparto di Neonatologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, è emblematica.
Un parto prematuro, col bimbo che comunque era in buone condizioni e cautelativamente è stato trasportato nel reparto attrezzato del capoluogo, visto il suo peso, è stato gestito come urgenza in viale San Francesco, nonostante la donna fosse seguita all’ospedale San Pio di Vasto, vista la residenza nella località di Campomarino.
Qualora fosse stato attivato il Punto maternità, che prevede solo l’assistenza alla gestante, ma non il parto stesso, come sarebbero andate le cose?
Sono interrogativi che in sede di tavolo tecnico ministeriale andrebbero sollevati, perché il diritto alla salute e ancor più quello alla vita di chi vi si affaccia, sono inalienabili rispetto a ogni tipo di ragionamento amministrativo.
Ormai entriamo nel quarto anno da quando l’esistenza del Punto nascita di Termoli è stata messa in discussione, era l’inizio dell’estate 2019 e al di là delle vittorie ottenute al Tar Molise, resta sullo sfondo la criticità di una politica regionale che su questa vicenda è stata compressa da approcci derivanti dai diktat ministeriali.