Bruxelles chiama, il Molise risponde: ma nel centrodestra c'è nervosismo

La bussola ven 03 febbraio 2023
Editoriale di Emanuele Bracone
1min
La visita a Bruxelles ©Termolionline
La visita a Bruxelles ©Termolionline

TERMOLI. C’è qualcosa di più che una semplice trasferta comunitaria nell’ampia cordata di amministratori e sindaci presente i primi giorni di febbraio a Bruxelles, in adesione dell’invito dell’europarlamentare molisano Aldo Patriciello?

In tanti se lo chiedono, anche perché, con le settimane che si avvicendano, scavallando regionali del 12 e 13 febbraio di Lazio e Lombardia, e primarie dem due settimane più tardi, anche il Molise entrerà nell’orbita della politica nazionale.

Sì, perché assieme al Friuli Venezia Giulia sarà l’altro tandem alle urne, nella tarda primavera, vedremo se accorpate alle amministrative o meno.

Non c’è più molto tempo, dunque, per cesellare le posizioni e sgranare le scelte di coalizione, avviato sul nostro territorio nel centrosinistra a riproporre il modello del Conte bis, ma con l’incognita del Terzo polo. 

C’è chi si chiede cosa farà la squadra dei primi cittadini bassomolisani, in trincea ormai da quasi 4 anni sulla sanità regionale, dal primo ricorso contro la chiusura del Punto nascita e le battaglie sul Pos (e per Termoli, anche emodinamica).

Il braccio di ferro sanità pubblica-sanità privata senza dubbio ha causato dislocamenti e strappi nel centrodestra, com’è emerso nell’impasse sul bilancio a fine anno.

Intanto, segnali di nervosismo si avvertono anche nell’ambito dei rapporti tra esponenti istituzionali, non è passato inosservato il tono dell’assessore Cavaliere in merito alla questione agricola sulla siccità e i comuni esclusi-integrati, sulla delegazione parlamentare di Fratelli d’Italia, a sei mesi nemmeno dalla campagna elettorale che li ha visti contrapposti sul proporzionale.

Tanti i nodi da sciogliere, per il centrodestra molisano.

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