Dopo il "naufragio" azzurro tutti restano in sella: il senso di responsabilità va in cavalleria

Day after dom 30 giugno 2024
Editoriale di Emanuele Bracone
2min
La conferenza stampa di Gravina e Spalletti ©Termolionline.it
La conferenza stampa di Gravina e Spalletti ©Termolionline.it

TERMOLI. Ci concediamo il lusso, talvolta, di operare delle escursioni su argomenti che esulano dal nostro territorio. Tuttavia, con argomenti di interesse collettivo, come il "naufragio" dell'Italia di Spalletti (per dirla alla Condò), è facile trovare anche il nesso locale. Quanti nostri lettori saranno rimasti delusi e sdegnati, a dire poco, per la collezione di figuracce rimediata a Euro 2024. Porta violata a ogni incontro, nonostante Gigio Donnarumma in forma straripante, pochezza di gioco, ritmi blandi e nerbo assente, come abbiamo evidenziato nell'editoriale di ieri sera, a caldo dopo l'eliminazione avvenuta per la sconfitta con la Svizzera.

Oggi, alla conferenza stampa delle 12.30, col presidente della Federcalcio Gravina e dello stesso Ct, ci saremmo aspettati un po' di severa autocritica, ma al di là delle assunzioni di responsabilità spallettiane, ma con toni di circostanza, ci è parso, per la Figc finisce a tarallucci e vino e si guarda alla Nations League. Sinceramente, sono appare dichiarazioni lunari, Gravina è reduce da un mondiale mancato, un europeo disastroso, un mondiale femminile concluso in modo inglorioso e da una mancata qualificazione ai Giochi olimpici (diversamente da quanto brillano le altre discipline). In un contesto serio, andrebbe a casa. A dire il vero, a colpirci anche l'affermazione che gli impegni federali sono probanti e gli hanno impedito di tornare a casa... parole che non hanno un senso, se ci permette presidente Gravina, ma lo accompagneremmo volentieri.

Cosa deve accadere affinché si cambi il vertice? È vero, ci sono le elezioni tra 9 mesi, ma non è questa foglia di fico a dover rappresentare l'urgenza di un atto di responsabilità, non quella palesata oggi in conferenza stampa. È emerso come non si abbia proprio chiaro il disegno di cosa fare per risollevare le sorti di un calcio che è legato a filo doppio alle prestazioni dei club, dove però ci sono fin troppi stranieri. Ma è l'atteggiamento che non ci piace, quell'agire a prescindere da tutto.

Si parla di progetto a lunga scadenza, pluriennale, di riflessioni profonde, di "trionfatori di singhiozzi"... e di poco amore per la nazionale. La vittoria a Euro2020 (nel 2021) appare quasi un alibi al contrario, come se avesse rappresentato un oblio rispetto ai problemi strutturali del calcio italiano, nel frattempo però non si riesce a far decollare il progetto delle seconde squadre. Spalletti ha la fiducia della Figc, ma il football tricolore ha fiducia nella Figc?

Cosa ne pensano il Coni e la Lega di questa debacle che getta discredito sull'intero sistema e si sa anche quali possono essere le conseguenze di carattere economico, deprezzando l'intero prodotto, basti pensare ai diritti televisivi. Si brancola nel buio: il problema non è avere il coraggio di non fuggire, ma di essere pronti a "mollare" le poltrone, qui risiederebbe il vero coraggio. 

Il paradosso? Che la nazionale sarà ringiovanita, peccato solo quella...

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