Day after: la battaglia sulla Gigafactory deve coinvolgere di più l'opinione pubblica
TERMOLI. Una partenza un po’ a singhiozzo, quella che ha determinato il presidio di ieri, in piazza Monumento, a supporto dello stabilimento Stellantis.
Un po’ a singhiozzo perché la partecipazione è stata progressiva, alle 17 di gente non ce n’era molta, man mano l’adesione si è rafforzata, forse è mancata la spinta dei familiari dei lavoratori, quelli su cui si puntava molto per dare una dimostrazione di forza.
Livelli politici locali e regionali quanto basta, ma a chi interessa, dunque, la sorte della fabbrica che ha portato il Molise fuori dall’economia agricola?
La scelta di portare in centro questa protesta, questa battaglia di prospettiva, serviva proprio per suscitare – cavalcandone i timori – interesse e indignazione da parte dell’opinione pubblica, altrimenti si poteva fare davanti ai cancelli di via Giovanni Agnelli, o come al Cosib di due mesi fa.
Per questo, nonostante gli organizzatori abbiamo mostrato moderata soddisfazione per la gente presente in piazza, riteniamo sia una partita che vada ben al di là di quanto ieri si sia visto.
Non può essere solo materia per addetti ai lavori, attorno all’attività di Stellantis (o quella che si spera sarà Gigafactory) ruotano migliaia e migliaia di famiglie, le aziende dell’indotto, con riverbero su tutto il tessuto socio-economico, pensiamo solo alle decine di conducenti autobus che trasportano i pendolari, uno di cento aspetti diversi. Logistica, autotrasporto, un cosmo nemmeno micro per le sue dimensioni, che impatta in ogni ambito, persino su quello che è il richiamo al turismo delle radici, sull’asse Torino-Termoli.
Non può essere una sfida da retroguardia territoriale, per questo, con voce critica, vogliamo ribadire che il presidio avrebbe dovuto essere sostenuto in modo diffuso, per far sentire la voce della comunità, una comunità che nel passato proprio per la scarsa reattività, era stata scelta per taluni insediamenti contrastati.
Eccezioni ce ne sono state, le abbiamo anche rievocate in sede di presentazione dell’appuntamento di ieri, oggi lo “accendiamo” di nuovo, il bisogno di centralità di un progetto che può dare la scossa in positivo – se a buon fine – oppure rappresentare un pericoloso blackout per l’economia e l’occupazione del basso Molise e dintorni.