lunedì 20 Gennaio 2025
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Non c’è più tempo da perdere, su Stellantis si deve aprire un confronto territoriale

TERMOLI. Nel day after del tavolo ministeriale al Mimit, che ha sancito la revoca dei fondi del Pnrr destinati al progetto della Gigafactory di Termoli sarà il momento della presa di coscienza e della riflessione.

Per la prima volta da decenni, la prospettiva reale dello stabilimento Stellantis si riduce a una finestra di circa 4 anni, ossia il periodo in cui saranno ancora prodotti i motori endotermici. Ma dopo, cosa accadrà?

Nell’estate di 3 anni fa, quando venne lanciato il programma della riconversione del Termoli Plant di viale Giovanni Agnelli in fabbrica di batterie elettriche, non tutti hanno brindato, perché le incognite erano molte, dalla transizione occupazionale, innanzitutto, ossia la capacità di assorbire la forza lavoro, al rispetto di una tempistica che vedeva smantellate quasi da subito produzioni storiche, vedi i cambi.

Ma si era anche in un contesto completamente diverso, quello in cui l’Europa spingeva sulla transizione energetica in modo quasi ossessivo, a cui abbinare i finanziamenti del Pnrr; ora lo scenario è totalmente mutato, ma la dicotomia di posizioni tra Stellantis, socio di maggioranza di Acc – società nata per le Gigafactory – e il Governo non si sostanzia solo nella distanza maturata ieri, ma nella visione complessiva.

Da una parte si conferma il programma Dare Forward che entro il 2030 vedrebbe produrre solo auto elettriche, dall’altra la richiesta che il ministro Urso porterà in Europa di rivedere e dilatare i tempi di messa al bando dei motori endotermici.

In tutto questo, Termoli è in mezzo e rischia di non reggere, anche nella pressione di una contrapposizione politica e istituzionale che predica sì l’unità, ma nella concretezza fatica a mettere insieme una linea di difesa comune del territorio e degli interessi dei lavoratori.

L’annunciata mobilitazione, di ieri, non sappiamo cosa porterà, ma riteniamo che debba partire un serio confronto in Molise, con Regione, parti sociali e le componenti aziendali, focalizzato sullo stabilimento di Termoli, per sancire quelle condizioni che potrebbero essere utili a sbloccare la situazione nel primo trimestre 2025, ormai la nuova deadline della Gigafactory.

Sarebbe il primo tassello di un nuovo percorso di filiera istituzionale da avviare, anche nell’ottica di reperimento dei fondi che Urso ha detto che il Governo potrebbe comunque garantire. Ma va fatto subito.