L'estate se ne va, restano dubbi e timori sul futuro degli stabilimenti balneari
TERMOLI. L’estate se ne sta per andare in archivio, mancano poche ore e il clima quasi autunnale che ha preso a settembre il sopravvento sull’afa estiva l’ha interrotta bruscamente.
Lidi balneari chiusi, addetti alle prese con la pulizia degli arredi, lungomare tornato a essere meta preferenziale per l’attività fisica e qualche sparuto nostalgico che non abbandona l’idea di calcare la sabbia, ma vestito.
Un comparto strategico, quello balneare, per il turismo nel nostro Paese, di cui ne rappresenta una buona parte, ma tante sono le incognite da affrontare.
Non c’è solo la battaglia per la salvaguardia degli stabilimenti, ne vale anche la tutela della stessa costa, delle strutture, che non stanno ricevendo quei necessari investimenti.
Il turismo è in ripresa netta, per non perdere la chance di sviluppo ulteriori, ci vuole una soluzione che agganci il futuro, non che lo metta a repentaglio.
Il nostro auspicio è che si escogiti una soluzione che nel solco del diritto europeo, non ignorabile, non smantelli un unicum e una eccellenza come quella balneare, proprio in un periodo dove gli stranieri mostrano di preferire l’Italia (e il Molise) come da tempo non accadeva, questo è il vero ritorno al futuro.