Scenari futuri e criticità attuali, il mondo dell'automotive al bivio
TERMOLI. Da qui al 20 gennaio 2025 ci sarà la transizione tra le presidenze Biden e Trump. I riflettori di tutto il mondo saranno accesi sulla questione geopolitica, visti i conflitti in cui – in modo indiretto – sono coinvolti gli Stati Uniti.
Ma senza ombra di dubbio, l’altro aspetto da non sottovalutare, è il fronte economico e delle scelte sulla transizione ecologica.
L’Europa ha deciso di accelerare e ne sta pagando lo scotto, immaginando una gestione più autarchica e protezionistica da parte della Casa Bianca, ci sarà da stare ancora più attenti, perché se la presidenza Trump vorrà dare scacco alla Cina anche sul mondo dell’elettrico (non è da soittovalutare la presenza di Elon Musk al fianco del Tycoon), il vecchio continente, con istituzioni comunitarie e assetti produttivi, potrebbero restare col cerino in mano; già la situazione è al limite del deflagrante.
Il pressing delle case automobilistiche europee (ad eccezione guarda caso proprio di Stellantis) per rinviare l’entrata in vigore da gennaio dei nuovi limiti alle emissioni ora potrebbe diventare ancora più asfissiante, se gli Usa avranno un quadriennio meno “eco”.
Intanto, il presente è tutt’altro che florido, in Italia il mercato dell’auto è in calo, con Stellantis che ha subito un tonfo ulteriore a ottobre, calando del 27,8% rispetto allo stesso mese del 2023.