Assetti urbanistici e scelte strategiche, l'esigenza di una nuova impronta alla città
TERMOLI. Un “effetto domino” urbanistico è quello che emerge dalle ultime ore, come abbiamo sottolineato, stimolato dal servizio sul polo scolastico di viale Trieste.
Diverse idee, dunque, rispetto alla sorte dell’ex Nautico e della Schweitzer, che già ospita temporaneamente parte della Bernacchia, in corso di ristrutturazione.
La proposta avanzata dal presidente del comitato San Timoteo, Nicola Felice, di prevedere a regime il trasloco del municipio in piazza Monumento è una idea che nel corso degli anni non è totalmente inedita, se ne era parlato, ma senza alcun passo ulteriore.
La scelta di caratterizzare i prossimi anni, con impatto di lunga durata, è quella a cui è chiamata l’amministrazione comunale, nella destinazione di spazi centrali che vanno da Pozzo Dolce a piazza Sant’Antonio, fino a viale Trieste appunto, una porzione di rilevanza strategica per una città come quella adriatica.
Spazi didattici, di aggregazione e promozione culturale, soprattutto il nodo dei parcheggi, che da ormai 20 anni si rincorrono nei progetti che per un motivo o l’altro non sono stati portati a compimento.
Sicuramente si tratta di una istanza ardita, al momento, perché vanno incastrate diverse tessere di un nuovo mosaico urbano, trovarne fondi e anche competenze, oggi non tutto deve essere dato per scontato, perché quando si avvia una pianificazione occorre tenere presenti tutte le variabili, non solo di ordine politico, pensiamo alle ristrettezze che vengono imposte dai “Beni culturali”, ad esempio.
Insomma, è evidente che Termoli debba compiere un ulteriore balzo in avanti, per mettersi al passo coi tempi, la classe dirigente deve dare una risposta, inoltre non trascurando esigenze di sostenibilità nel favorire politiche di mobilità a basso impatto ambientale, sempre che la transizione ecologica divenga un fatto concreto.