Gigafactory Stellantis, «La partita vera sarà conoscere il perimetro occupazionale»

Metalmeccanici mar 08 marzo 2022
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
1min
Il direttivo Fim-Cisl

TERMOLI. «La locuzione Dare Forward 2030 specifica bene quale sia il livello di ambizione del piano strategico a lungo termine illustrato martedì scorso ad Amsterdam dal ceo del gruppo Stellantis, Carlos Tavares». Lo sottolinea Marco Laviano, componente della segreteria interregionale di Abruzzo e Molise della Fim-Cisl, che da un paio di mesi nemmeno ha ereditato l'incarico di Riccardo Mascolo. Laviano, assieme alla Rsa di stabilimento e al segretario generale della Cisl molisana, Gianni Notaro, ha riunito venerdì scorso nella sede di corso Nazionale, il direttivo metalmeccanico cislino, proprio per confrontarsi sui temi del programma Stellantis, anche in vista dell'incontro fissato tra 4 giorni al Mise. Ma se alcune sigle sperando e attendono che a Roma si quagli sulla conferma del progetto Gigafactory di Termoli, Laviano è scettico a riguardo, ma non sul buon fine dell'intera operazione. «Siamo delusi, certamente, dalla mancata conferma, non avvenuta già il primo marzo, ma conosciamo comunque quale sia il modus operandi di Stellantis, che non è quello della vecchia Fca, non ci aspettavamo che dicesse qualcosa di specifico sulla Gigafactory di Termoli, anche perché siamo consapevoli che al di là delle notizie che abbiamo avuto per canali interni, l'accordo col Governo è definito. Resta solo da strutturare la partnership con la nuova società Acc, con Stellantis, Total e Daimler-Mercedes, che sarà la mamma del progetto. Sinceramente, non mi aspetto nulla nemmeno dal tavolo ministeriale di giovedì prossimo. Io vorrei buttare lo sguardo in avanti.

La Gigafactory si farà e ne sono certo. Ma dobbiamo capire bene quale sarà il perimetro occupazionale. A questo voglio che si dia attenzione. Noi stiamo subendo delle forti riduzioni di mercato, a causa della crisi del settore automotive, ma anche per i problemi di approvvigionamento dei componenti e delle forniture. Nell'area produttiva del motore T4, che era in tiro, oggi si lavora poco a causa dei pezzi che non arrivano dal Messico - ribadisce Laviano - e stiamo facendo un passo indietro. Ma domani, quando l'endotermico verrà meno, al 50% entro il 2030 e al 100% nel 2038, quanto impatterà sull'occupazione la transizione ecologica? Noi non abbiamo ancora chiaro quale sia il piano industriale, sappiamo che è ambizioso, ma senza dettagli, non ha localizzato dove e come fare le produzioni. Ha solo stabilito il target sul diventare primo colosso al mondo e con grande impegno verso l'elettrico. Sono dichiarazioni che deve fare un amministratore delegato, ma di concreto non abbiamo ancora nulla».

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