Verso la Gigafactory, ma segnali zero dai Ministeri: appello alla politica molisana

Aspettando Godot gio 25 maggio 2023
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
2min
Lo stabilimento Fca-Stellantis di Termoli ©TermoliOnLine
Lo stabilimento Fca-Stellantis di Termoli ©TermoliOnLine

TERMOLI. Sul progetto di realizzazione della Gigafactory resta ben chiara l’esigenza di tutela dei livelli occupazionali ha portato le sigle sindacali metalmeccaniche a spingere su più tasti istituzionali, per ottenere quell’attenzione necessaria, e la successiva rassicurazione, affinché l’insediamento della fabbrica di nuova generazione non sia un detrimento allo sviluppo socio-economico del territorio, piuttosto che una occasione di espansione. Per questo, più volte è stato richiesto un tavolo ministeriale di confronto ad hoc, che tuttavia langue ad arrivare.

La Fiom-Cgil ha rotto così gli indugi e ieri ha inviato una missiva ai riferimenti politici molisani come il presidente della Giunta regionale del Molise Donato Toma, l’assessore regionale Quintino Pallante, il senatore Costanzo Della Porta e il sindaco di Termoli (e presidente della Provincia) Francesco Roberti. La missiva fa riferimento addirittura alla richiesta di incontro inoltrata per la Gigafactory di Termoli lo scorso 14 marzo, a firma delle segreterie nazionali, più volte sollecitata. «La nostra organizzazione sindacale, congiuntamente alla Rsa Fiom dello stabilimento Fca di Termoli, facendo seguito alla richiesta di incontro rivolta dalle organizzazioni sindacali nazionali al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per discutere delle ricadute occupazionali e sociali, sull’intero territorio, connesse alla realizzazione della gigafactory, da parte della società Automotive Cells Company Srl (Acc), per la produzione di batterie nello stabilimento Stellantis di Termoli, chiede alle Istituzioni in indirizzo di sollecitare i detti Ministeri a convocare un tavolo di confronto per garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali - ovvero la ricollocazione, da parte della società Automotive Cells Company Srl, dei lavoratori oggi alle dipendenze della Fca Italy S.p.A - e, nelle more dell’avvio della nuova attività produttiva, l’utilizzo di idonei ammortizzatori sociali.

Nella certezza di un rapido riscontro e restando a disposizione per eventuali chiarimenti e/o approfondimenti, distintamente si saluta».

I sei segretari nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic-Confsal, UglM e Aqcf-r, avevano scritto ai ministri delle Imprese e Made in Italy Urso, nonché al titolare del dicastero delle Politiche sociali e del Lavoro Calderoni, per sollecitare la convocazione del tavolo d'incontro sul progetto della Gigafactory, istanza già inoltrata a metà marzo e incentrata sul futuro dello stabilimento Stellantis di Termoli. Richiesta ribadita anche al gruppo automotive e al partner Acc Italia. La prima missiva era stata inoltrata subito dopo l’incontro tra parti sociali e vertici di Acc Italia, con questa specifica: «In merito all’investimento per l’installazione della gigafactory nello stabilimento Stellantis di Termoli, richiedono un incontro per affrontare la fase di trasformazione.

I tempi e la complessa transizione del sito dovranno essere inevitabilmente accompagnati, con l’obiettivo di garantire la continuità lavorativa dei lavoratori oggi impegnati nella attuale produzione, da idonei strumenti di ammortizzatore sociale e di formazione che oggi non sono a disposizione nel quadro normativo. Le scriventi richiedono inoltre utile al confronto la presenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica oltre che della Regione Molise».

Contenuti che sono stati alla base del precedente sollecito. L’obiettivo delle parti sociali è sapere come sarà gestito il personale nella fase di transizione, avendo l'obiettivo della piena occupazione nella Acc. La battaglia, in questo senso, è avere la certezza di accompagnare tutti verso la migliore soluzione, sia per un accompagnamento all'uscita dal mercato del lavoro, con ammortizzatori sociali e scivoli, sia per la ricollocazione professionale.

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