Agricoltori non mollano, «Non vogliamo la nostra fine»
TERMOLI. La protesta dei coltivatori non trova tregua in basso Molise, presso Piazza Donatori Sangue, dove è istituito il Presidio di protesta dell’Associazione Uniti per l’Agricoltura (costituto principalmente da giovani agricoltori e allevatori del Basso Molise). Gli agricoltori presidiano costantemente, giorno e notte, dal 6 febbraio u.s., dove con cadenza giornaliera viene aggiornata, vengono svolte attività di comunicazioni e cortei con i trattori. Oggi la comunicazione scritta e posta sui loro mezzi agricoli, è stata aggiornata. Oggi sono scesi in piazza un gruppo di coltivatori che oltre alla sorveglianza, allestire la nuova cartellonistica, si intrattenevano con i cittadini spiegando le ragioni della loro protesta riporta anche sui nuovi cartelloni e manifesti.
Dalla lettura dei nuovi cartelli si evince, la rabbia, il dolore, la forte preoccupazione, la tanta trepidazione e il grande attaccamento alla propria terra. Gli attori della protesta, gli agricoltori, in queste ore stanno vivendo ecco, probabilmente, la ragione per cui si sono costituiti in una come Associazione Uniti per l’Agricoltura. Presso il presidio statico, oggi, si può notare una bara in zinco, con tanto di manifesto funebre che recita quanto segue: “Addio ai Valori della Nostra Cara Agricoltura”, posto davanti alla bara solo un cero acceso, e i pochi agricoltori presenti davanti al feretro, posto i bella mostra, con molta probabilità, vogliono affermare una chiara e prorompente richiesta di aiuto da parte delle Autorità Preposte, che come Cesare Beccaria avrebbe definito, gli amministratori i “detentori della pubblica felicità”. Secondo gli agricoltori presenti, non è un segno di rassegnazione, ma tutt’altro, una rappresentazione del rischio, che con molta probabilità si può verificare se non vi saranno interventi tempestivi in agricoltura. Il mondo agricolo vuole che questa rappresentazione, per loro aziende, possa trasformarsi, anche nel corso di questa Quaresima, in una vera Resurrezione, una Pasqua, per loro aziende affinché gli agricoltori possono ritrovare la fiducia nel futuro mentre i consumatori, in particolare quelli molisani, continuare a poter consumare con tranquillità, sulle proprie tavole, cibi nostrani di ottima qualità. Altro emblematico cartellone riporta: “Se non produrremo né cerali né uva finirà anche la produzione di vino e birra”.
A seguire posto sotto al medesimo cartello: “Acquaviva c’è per difendere il prodotto made in Italy”, su un cartellone a forma di bandiera italiana, viene riportato sui tre colori: “In Canada il loro grano non lo danno neanche agli animali, da noi paste biscotti e pizza. Viviamo proprio nel paese dei balocchi”. “Se ci fermiamo noni agricoltori si fermano anche: meccanici, commercianti, trasportatori, sementiere, concimi, panificio, mercati, macellerie. Poi chissà come andremo a finire”. “Se anche oggi hai mangiato ricordati di ringraziare un agricoltore. Meglio essere mangiati da vermi che mangiare farina di vermi. Il made in Italy all’Europa non piace chissà perché”. Altri manifesti, sono presenti in piazza, dove gli agricoltori esternano le loro forti preoccupazioni e che interessano l’intero tessuto sociale dove troviamo queste parole: “gli agricoltori e allevatori molisani annunciano con grande dolore la scomparsa del loro lavoro”. Un messaggio che lascia al lettore, sicuramente tanta amarezza, e se pensiamo alle tante famiglia che colpisce questo periodo di profondo travaglio, non possiamo tralasciare, i riflessi, che una crisi del settore potrebbe arrecare all’intero indotto. Allora si comprende che i messaggi che abbiamo riportato, non sono frasi di circostanze ma rappresentano le serie preoccupazioni per i manifestanti. Da queste comunicazioni non verbali, impiegando l’uso della sola cartellonistica, si può evincere comunque quella giustificata e seria preoccupazione, rappresentata, in modo civile e pacifico, che interessa comunque il futuro di tutti noi.
Ora riportiamo un breve messaggio, espresso con gentilezza ed eleganza, grande umanità e senso di speranza, una rappresentazione non solo solidarietà ma di affetto verso il mondo agricolo, rivolta da una sostenitrice e simpatizzante del Comitato degli agricoltori, l'insegnante Paola DI Giannantonio, che con molta probabilità, visita il presidio quasi quotidianamente: “Io non sono di Termoli ma ho scelto di vivere qui, perché mi piace vivere in Molise. Sono qui oggi perché devo fotografare un cartello che mi ha colpito stamattina. Un cartello che era sui trattori e diceva: chi semina il grano semina la vita (Bonefro c’è)”. È di questo io ne sono profondamente convinta, perché il cibo sano è ancora adesso alla base della nostra alimentazione e noi dobbiamo stare affianco a questi contadini e poi sono figlia di contadini, so lo sforzo e quanto lavoro c’è per produrre il grano. E poi qual è il fascino del Molise? Il Molise ha conservato una struttura agricola, come le feste popolari, il modo stesso di pensare delle persone e poi soprattutto ho tradotto la Tavola Osca con la celebrazione dei cereali. Il cereale principale è il grano, anche se in quei tempi 2400 anni fa, c’era il farro e c’era l’orzo, ma con la parola Kerres vuol dire cereale e quindi sono qui per fotografare quel cartello”. Questa dichiarazione ci emoziona per tanti aspetti e ci trasmette a noi cittadini un messaggio di speranza.
Al termine di questo articolo, riportiamo il testo di un messaggio pervenuto dai giovani coltivatori dell’Associazione Uniti per l’Agricoltura, con la richiesta di pubblicarlo e che per dovere di cronaca, anche se solo in sintesi, qui alleghiamo: “Noi siamo piccole aziende rispettose dell’ambiente e degli animali, quotidianamente con sacrifici portiamo avanti le nostre attività producendo alimenti salubri e custodendo il territorio. Riguardo la dichiarazione sulla scarsa propensione allo studio degli addetti al settore agricolo, rimaniamo sbigottiti da questo attacco, ci teniamo a precisare soltanto che siamo giovani che hanno studiato e contemporaneamente hanno lavorato nelle aziende familiari con sacrificio”.
Nel basso Molise, Il mondo agricolo è in attesa di un confronto con le istituzioni regionali al fine di poter ritornare presso le loro aziende a produrre quei prodotti salubri che ogni giorno arrivano sulle nostre tavole e con fiducia noi consumiamo perché ne conosciamo la bontà e la qualità. Noi pensiamo che noi tutti siamo profondamente legati ai prodotti molisani che consideriamo ormai quale nostro patrimonio storico, culturale e genetico insostituibile.
Giuseppe Alabastro