Un "Otto marzo" di protesta, lo sciopero dell'Usb lavoro privato
ABRUZZO-MOLISE. Presidi nel capoluogo, a Campobasso, e allo stabilimento Sevel, per la componente Usb Lavoro privato, che ha animato lo sciopero dell'otto marzo, in Molise con Stefania Fantauzzi in testa e Francesca Felice ad Atessa.
Usb anche quest’anno ha aderito alla giornata di sciopero generale, di tutte le categorie pubbliche e private, in risposta all’appello del Movimento trans-femminista Non Una Di Meno.
«Come Organizzazione Sindacale abbiamo colto da subito la necessità di strappare una giornata simbolica come quella dell’8 marzo, alla retorica della ricorrenza rituale per ricollocarla nello spazio che le è proprio: la lotta.
Sono tanti i nessi strutturali che compongono la violenza contro le donne e di genere e se, sicuramente, il dato più drammatico è rappresentato dal numero crescente di stupri e femminicidi, non è possibile sottovalutare la violenza culturale, istituzionale ed economica.
Ed è proprio sulla violenza economica che come sindacato abbiamo maggiormente focalizzato la nostra attenzione e il nostro intervento in questi anni.
In quella zona di stretta connessione tra un lavoro produttivo fatto di bassi salari, lavoro intermittente, precario, sfruttato, sottopagato e povero, e un lavoro di cura gratuito che pesa, per oltre il 75%, sulle donne.
In un Paese con il tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa continuano ad essere migliaia e migliaia le donne (45 mila nel solo 2022) costrette a lasciare il lavoro per dedicarsi al lavoro di cura in assenza di un welfare universale, impedendo così alle donne quell’autonomia economica senza la quale ogni possibilità di fuoriuscita dalla violenza domestica diviene impossibile.
Il governo Meloni, nonostante la retorica della “donna e madre”, ha ulteriormente aggravato le disuguaglianze sociali intervenendo sulle pensioni, abolendo il reddito di cittadinanza, tagliando asili nido e fondi per i centri antiviolenza, chiudendo i consultori o riempiendoli di fanatismo ideologico attraverso gli attivisti “pro vita”.
Ma c’è un altro aspetto che ci riguarda molto da vicino nella nostra attività sindacale ed è il numero crescente di discriminazioni, molestie e ricatti contro le donne e di genere che avvengono quotidianamente nei posti di lavoro, pubblici e privati.
Dai ricatti nell’accesso e per il mantenimento del posto di lavoro al part time involontario; dal disconoscimento delle norme sulla maternità (congedi, allattamento) al ricatto di turnazioni che rendono inconciliabile la funzione genitoriale e di cura, fino alle molestie sessuali vere e proprie che, una volta portate allo scoperto, sfociano in vero e proprio mobbing ai danni di chi denuncia.
È per contrastare tutto ciò che, in un’ottica di genere, USB, in collaborazione con la ONLUS Rete Iside, sta aprendo sportelli in tutta Italia dedicati alle donne e alle persone LGBTQUIA+
Quest’anno lo sciopero generale non può non portare con sé un forte portato di solidarietà per il popolo palestinese vittima di genocidio da parte di Israele; la richiesta di un cessate il fuoco immediato e permanente e la liberazione della Palestina dall’occupazione sionista. E rinnovare la rivendicazione di uno stop all’invio di armi in Ucraina e di un ritiro immediato del nostro paese da ogni teatro di guerra».