In calo i settori tradizionali dell'economia, più cessazioni e poche aperture
CAMPOBASSO. Tra gennaio e marzo 2024 il bilancio tra aperture e chiusure di attività economiche per la nostra regione si è attestato a -267 unità, un valore negativo inferiore rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, ma ancora superiore alla media dell’ultimo decennio (-218 imprese). In termini percentuali il tessuto imprenditoriale locale segna una variazione negativa pari a -0,80%: un valore peggiore rispetto a quello nazionale (-0,18%) e in linea con l’andamento mostrato un anno fa (-0,81%).
Nel valutare i dati del primo trimestre dell'anno è comunque importante considerare che, storicamente, questo periodo registra di frequente saldi negativi, principalmente a causa del concentrarsi alla fine dell'anno di un elevato numero di cessazioni di attività. Un fenomeno di natura tecnico-amministrativa che estende i propri effetti sugli archivi camerali anche nelle prime settimane del nuovo anno, influenzando il dato del primo trimestre.
In ogni caso, il saldo del trimestre registrato è il risultato di una doppia diminuzione: da un lato le cancellazioni, che passano dalle 719 unità dello stesso periodo di un anno fa alle 699 imprese di fine marzo 2024; dall’altro le iscrizioni, pari a 432, diminuiscono di 9 unità rispetto all’anno precedente. A preoccupare, quindi, è soprattutto la dinamica delle aperture di nuove imprese che continuano a diminuire e non mostrano nessuna inversione di tendenza.
Il bilancio di avvio dell'anno ha avuto maggiori ripercussioni soprattutto sulle imprese individuali, che hanno registrato una diminuzione di 275 unità rispetto alla fine di dicembre (-1,33%). La diminuzione delle società di persone è stata meno significativa sia in termini assoluti, con una riduzione di 34 unità, sia in termini relativi (-1,06%). Nota positiva dalle società di capitali che hanno registrato una crescita di 43 unità nei primi tre mesi dell'anno (+0,51%).
Durante il primo trimestre 2024 pochissimi sono stati i settori che hanno manifestato una crescita, (solo attività immobiliari e istruzione), mentre tanti hanno fatto segnare una riduzione del loro perimetro. Agricoltura (-128 imprese, -1,44% la variazione percentuale rispetto a dicembre 2023), insieme a Commercio (-98, -1,40%), alle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-47 imprese, -1,99%), alle Costruzioni (34, -0,84%) e alle Attività manifatturiere (-32, -1,45%), i settori maggiormente significativi in regione, si sono distinti per una diminuzione della compagine imprenditoriale.
In termini territoriali, tutte e quattro le principali macro-ripartizioni della nazione hanno registrato saldi negativi, con il Centro che si segnala per l’arretramento più contenuto del trimestre (-0,11% contro la media di -0,18%) e il Sud e le Isole per la migliore tenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: -0,16% quest’anno contro -0,15% dell’anno scorso. Tra le regioni, solo Lazio e Basilicata hanno registrato un saldo positivo, rispettivamente di 993 e 32 imprese. Al contrario, Piemonte (-1.934 unità) e Veneto (-1.518) hanno sperimentato le riduzioni più sensibili in termini assoluti.