Tavolo sull'automotive al Mimit, «Chiediamo un piano straordinario per Stellantis»
TERMOLI. Si è tenuto ieri, mercoledì 7 agosto, a Roma al Mimit, il tavolo ministeriale sul settore dell’automotive con tutti gli attori della filiera del settore. Il Ministro Urso, in apertura ha sottolineato come l’industria dell’automotive sia strategica per il nostro Paese e fatto il punto sui risultati dell’eco-bonus. Secondo il ministro il “Piano Ecobonus 2024” ha soddisfatto quattro, dei cinque obiettivi che si era dato ovvero: transizione ecologica, rottamazione, sostegno alle persone e ai redditi medio bassi, mentre il quinto obiettivo, ha sottolineato il ministro, che ci proponevamo con Piano, insieme ai produttori e alla filiera e cioè, quello di aumentare la produzione delle auto prodotte in Italia, non è stato raggiunto, anzi si è riscontrato un aumento della Cassa integrazione.
Proprio per queste ragioni, il ministro è intenzionato a rimodulare il piano incentivi auto. Il fondo automotive dispone di 750 mln per il 2025, 1 mld per il 2026 e 1 mld per gli anni successivi fino al 2030. L’idea, ha detto Urso, è quella di realizzare una programmazione triennale del Piano, anche sulla base delle politiche europee sul settore, valutando strumenti agevolativi ulteriori che verranno dall’UE. La priorità, dovrà essere quella del sostegno alla filiera della componentistica del settore, agevolando quella europea. Il Ministro ha poi parlato della necessità d’insediamento di un’altra casa automobilistica, confermando l’interlocuzione con diverse case di produzione cinesi a partire da Dongfeng. Ha anche ricordato, la firma della Presidente del Consiglio Meloni, nella recente visita in Cina, di un memorandum con il Ministro cinese dell’industria che prevede una collaborazione industriale su tecnologia ibrida e mobilità elettrica e ad oggi sarebbero tre le case automobilistiche interessate. Nella seconda parte di agosto – ha poi detto - una missione tecnica del MIMIT tornerà in Cina per avere altre interlocuzioni con altre case di produzioni cinesi. Il Ministro ha poi precisato di aver inviato un documento al Gruppo Stellantis rispetto al rallentamento dell’investimento su Termoli e sulla situazione dei siti produttivi Italiani. Stellantis si è resa disponibile a riaprire l’interlocuzione dopo la pausa estiva per riaggiornare il piano industriale anche alla luce dei nuovi scenari e politiche europei sul settore. Stellantis è intervenuta confermando il Piano e la centralità dell’Italia nelle strategie mondiali del Gruppo, insieme all’obiettivo di portare ad 1milione di veicoli la produzione entro il 2030. Per il Segretario generale FIM Ferdinando Uliano: una riunione come quella di oggi sarebbe stata utile se oggi avessimo davanti a noi la sottoscrizione di un protocollo per il settore, purtroppo dopo un anno non è così. Penso - ha detto Uliano - che la situazione che abbiamo davanti nel settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica, pena: il fallimento. Servono politiche industriali che guardano a tutti gli attori del settore, utilizzando l’approccio che abbiamo messo in campo con i tavoli di lavoro sul settore da dicembre 2023 a marzo di quest’anno.
Tavoli che hanno prodotto indicazioni per azioni di ampio respiro di politica industriale per il settore, a partire da due temi fondamentali: localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali. Su quest’ultimo, nel 2025 sia l’indotto, che Stellantis esauriranno gli ammortizzatori sociali, se non si interviene per tempo ci saranno licenziamenti di massa. Per questo - ha sottolineato Uliano - va ripreso quel metodo di lavoro e gli elaborati già fatti e vanno messi in campo gli strumenti di politica industriale necessari, a partire dalla predisposizione di interventi significativi sul rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale del settore coinvolto enormemente dalla transizione, fino ad oggi gli incentivi sono andati solo per la domanda all’acquisto. Rispetto a questo approccio- conclude Uliano - c’è un altro pezzo di ragionamento che va fatto con il Gruppo Stellantis per capire se il calo produttivo (siamo passati da 750 mila veicoli nel 2023 a 500 mila veicoli nel 2024 con gli incentivi) è dovuto ad un calo ciclico del mercato o qualcosa di strutturale su cui bisogna agire nel più breve tempo possibile. E’ fondamentale quindi confermare le assegnazioni di nuovi modelli che abbiamo acquisito nei confronti avuti con Stellantis, ma anche la possibilità di individuare ulteriori investimenti che devono essere in coerenza con l’obiettivo di produzione di 1 milione entro il 2030. Il nostro obiettivo è mettere in sicurezza tutti i Plant e gli oltre 40.000 occupati del gruppo Stellantis e dell’indotto. E’ necessario inoltre avere delle certezze rispetto all’investimento della giga-factory a Termoli e le garanzie per la salvaguardia industriale e occupazionale di Comau.
“A Governo e Stellantis chiediamo di arrivare finalmente ad un accordo sul futuro dell’automotive in Italia. Le polemiche che durano ormai da troppo tempo stanno aggravando una situazione già fortemente critica. Vogliamo parlare di progetti di sviluppo, di nuovi modelli che vadano al più presto in produzione, di strumenti strutturali che consentano di aumentare la produzione di veicoli in Italia che oggi è al minimo storico. Ci aspettiamo che si inizi a lavorare, ognuno per la sua parte, per la difesa e il rilancio dell’intero settore automotive, sia di Stellantis che della filiera della componentistica. Non è una questione di più produttori in Italia ma di salvaguardare l’attuale occupazione e di rendere più forte il settore”. Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, al termine della riunione del tavolo automotive convocata nel pomeriggio al Mimit dal Ministro Urso.
“Ci sono vertenze molto importanti che hanno bisogno di risposte urgenti dal Ministero - puntualizzano Palombella e Ficco - come quella di Termini Imerese, in cui dovrà essere individuata una soluzione per tutti i 540 lavoratori e non solo per i 350 previsti da Pelligra, e quella di Termoli, per cui ci aspettiamo a breve la conferma del grande investimento nella futura fabbrica di batterie”.
“Ci aspettiamo dal MIMIT che vengano approvate le riforme indispensabili per tutelare i lavoratori e la competitività delle imprese, già discusse in questi mesi nel tavolo ministeriale, come il rafforzamento del sistema degli ammortizzatori sociali per le imprese in crisi, la riduzione dei costi dell’energia, il rifinanziamento dei contratti di espansione per consentire un cambio generazionale e di professionalità” argomentano Palombella e Ficco.
“Le risorse messe in campo per gli incentivi e quelle previste per i prossimi anni non saranno sufficienti perché prima di parlare di risorse abbiamo bisogno di politiche industriali concrete e strutturali per utilizzarle nella giusta direzione - concludono - I prossimi mesi saranno decisivi e ci aspettiamo da tutti la massima responsabilità perché stiamo parlando di un settore fondamentale per il nostro Paese che interessa centinaia di migliaia di lavoratori e famiglie”.
Il Tavolo Automotive presso il MIMIT ha visto la Fismic Confsal partecipare rappresentata dal vicesegretario generale Sara Rinaudo. Molti gli argomenti al Tavolo odierno, come Marelli Crevalcore e le crisi affrontate nei 20 mesi di Governo. Il Ministro Urso ha dichiarato che il piano Ecobonus ha raggiunto molti obiettivi, ma non ha aumentato in modo consistente la produzione in Italia. Pertanto, il piano incentivi sarà rivisto per i prossimi anni. “Siamo soddisfatti che sia stata accolta la richiesta di un pacchetto di incentivi pluriennali. Sul tema, ora occorre lavorare affinchè non ci siano ritardi burocratici” dichiara Sara Rinaudo, vicesegretario generale Fismic Confsal. “Ricordiamoci che stiamo vivendo il momento più critico della transizione. – prosegue Rinaudo - Il 2025 si prevede un anno complesso. Abbiamo chiesto al Tavolo interventi straordinari per l’Automotive che abbiano degli impatti notevoli sul costo del lavoro e sul costo dell’energia. Serve un piano di ammortizzatori sociali straordinario che abbia un’attenzione particolare per i lavoratori dell’indotto. Occorre, inoltre, unire tutti i tasselli in materia di formazione professionale, riconversione e competitività. La partita si gioca anche a livello europeo, dove anche qui è essenziale un intervento straordinario per una politica industriale europea coesa e lungimirante.” “È giunto il momento di arrivare alla firma del protocollo di intesa, dove ognuno sarà chiamato a fare la propria parte per creare quelle condizioni utili a salvaguardare e sviluppare il settore Automotive in Italia” conclude.