La vertenza Stellantis "vista" da Sinistra italiana e Prc
CAMPOBASSO. “Il centrodestra, sia nazionale che locale, ha cavalcato per anni l'onda mediatica della Gigafactory a Termoli, provando a rivendicare meriti inesistenti e a strumentalizzare politicamente il caso. Adesso che gli effetti della sbornia sono finiti e il malessere cresce col passare delle ore, lo stesso centrodestra invita tutti alla responsabilità e ad abbassare i toni. È l'ennesima commedia triste di una destra arruffona e sempre più in declino”.
E' quanto dichiara in una nota il segretario regionale di Sinistra Italiana Vincenzo Notarangelo.
“Noi di SI saremo in prima linea, - chiarisce - ovvio che adesso ciò che conta davvero è il futuro occupazionale di tante famiglie e la sopravvivenza economica e industriale del Basso Molise. Ci batteremo in ogni sede e con ogni strumento possibile, al fianco dei sindacati, per difendere gli operai e la dignità del nostro territorio. La Regione deve agire compatta e pretendere rispetto, anche al di là delle appartenenze politiche e di partito”.
“Ma questo - aggiunge Notarangelo - non cancella il grande bluff fatto, sulla pelle dei lavoratori, dal centrodestra molisano che aveva promesso la rinascita industriale di Termoli e adesso procede incerto, senza polso e senza idee, verso una crisi che rischia di essere irreversibile. Noi, come la Storia di questo Paese insegna, invece ci saremo e faremo fino in fondo la nostra parte a tutela del lavoro, delle famiglie e del Molise”.
A intervenire è stata anche Rifondazione comunista, col segretario regionale Pasquale Sisto. «Il 22 di maggio del 2022 avevamo diffuso il comunicato stampa sotto riportato in cui evidenziavamo tutte le nostre preoccupazioni e perplessità circa la preventivata riconversione dello Stabilimento Fiat di Termoli (ora del Gruppo Stellantis). Tutto quello che avevamo paventato a distanza di più di 2 anni si è rilevato tragica verità mettendo ora profondamente a rischio l’occupazione del basso Molise e di tutta la regione. Vogliamo ricordare tutto questo per dare una sveglia a chi a dormito sugli allori fidandosi ciecamente del gruppo francese guidato da Carlo Tavares amministratore delegato e amministratore esecutivo di Stellantis. Preoccupazione per il futuro occupazione nello Stabilimento Stellantis (Fiat) di Termoli. Siamo fortemente preoccupati per il futuro dello stabilimento Stellantis (ex Fiat) di Rivolta del Re a Termoli che da decenni dà lavoro a migliaia di lavoratrici e lavoratori con una media occupazionale di 3 mila addetti più l’indotto (pulizia, mensa, manutenzioni esterne). Ora l’azienda, secondo quello che afferma il management di Stellantis, dovrebbe essere riconvertita per far sorgere la cosiddetta Gigafactory per la produzione di batterie per l’alimentazione delle future auto elettriche. La situazione, però, non è assolutamente chiara a riguardo sia gli investimenti che la salvaguardia occupazionale, nonostante il protocollo d’intesa siglato presso la Presidenza del consiglio dei Ministri. Un dato ora è certo: l’accordo siglato la settimana scorsa tra alcune sigle sindacali e la Dirigenza dello stesso stabilimento, che prevede l’applicazione del Contratto di Solidarietà (Cds) per 1.036 lavoratori per il periodo che va dal 16 maggio al 31 dicembre 2022. Di fatto più di mille lavoratori sono esclusi da ciclo produttivo per tantissimo tempo, con il rischio di rimanerci a lungo.
Come tristemente insegnano i piani di ristrutturazione fiat attuati nel corso degli anni, a partire dalla famosa vertenza dell’ottobre del 1980. Siamo preoccupati perché studi di settore affermano che per la produzione di un motore Diesel di media cilindrata occorrono 10 lavoratori, per un motore a benzina 4 lavoratori. Per un motore elettrico, invece, ne basta un solo lavoratore. Siamo sicuri che con la cosiddetta Gigafactory verranno salvaguardati tutti gli attuali posti di lavoro? Noi non ne siamo cosi certi, così come non ne sono convinti neanche anche alcune sigle sindacali molto rappresentative. La domanda che ci poniamo è perché nello stabilimento termolese sono previste solo la produzione di batterie per macchine elettriche?
Perché non si prende in considerazione anche la produzione di auto alimentate a biocarburante che oltre a non essere inquinante, sono meno impattanti dell’elettrico? Perché a Termoli prevedere la produzione di solo batterie per le auto elettriche e non anche la produzione di auto ibride con i motori e i cambi, che in ogni caso occorrono anche per le auto elettriche? Rifondazione Comunista chiede sia alla Regione Molise che al Governo centrale di intervenire affinché si tutelino tutti i posti di lavoro nello stabilimento termolese. Noi di Rifondazione Comunista, crediamo che questo territorio non debba essere parte residuale del piano industriale del nuovo gruppo di Stellantis, e che vadano assunti impegni politici ed istituzionali per la crescita industriale ed occupazionale del territorio. Se tutto questo non dovesse essere messo in atto, sosterremo i lavoratori e i sindacati nel mettere in campo tutte le azioni possibili finalizzate a una tutela dei posti di lavoro».