Futuro dell'auto e regole sulle emissioni, Stellantis dice no a un eventuale rinvio
TERMOLI. Nel risiko dell’auto in Europa si profila un nuovo braccio di ferro. Stellantis non vuole retromarce sulla transizione elettrica, a differenza di quanto fatto trapelare da altre case produttrici e forse non è una semplice coincidenza che le istanze di revisione sulle norme che riguardano le emissioni, siano state diffuse a poche ore dal vertice sulla Gigafactory di Termoli, previsto domani al Mimit.
C’è chi vorrebbe attivare una rara procedura d’emergenza per rinviare di due anni l’applicazione prevista nel 2025 sull’anidride carbonica, che fissa una soglia media di emissioni di CO2 per tutti i veicoli venduti, pena l'applicazione di multe.
In pratica, con questa norma in vigore, i produttori dovrebbero vendere in media un'auto elettrica ogni quattro veicoli a combustione, in modo da compensare l'eccesso di emissioni di gas che provocano il riscaldamento globale prodotte dai veicoli a combustione. Però, il mercato europeo delle auto elettriche «ristagna da oltre un anno a meno del 15% per le autovetture e al 7% per i veicoli commerciali», è stato sottolineato nella nota di agenzia.
Una richiesta che proverrebbe dall’associazione europea che raggruppa i costruttori, ma in via informale.
Posizione non condivisa dal ceo di Stellantis, Carlos Tavares, che ha ribadito ad Afp che le regole a gioco iniziato non si cambiano.
«Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi adesso – ha detto il numero uno di Stellantis ad Afp – si corre. Dal punto di vista della concorrenza tanto cara all’Unione europea, sarebbe surreale cambiare le regole adesso».