«Dati drammatici sull'auto, allo stabilimento di Termoli serve un sostegno sociale più ampio»
TERMOLI. I dati diffusi ieri dalla Fim-Cisl a livello nazionale hanno monopolizzato (o quasi) il dibattito sul mondo dell’automotive e sulla crisi di Stellantis, visto il “profondo rosso” a cui si è giunti sulla produzione di veicoli negli stabilimenti del nostro Paese.
A Termoli, com’è noto, non ci sono carrozzerie, ma i prodotti realizzati nello stabilimento di viale Giovanni Agnelli, ormai solo i motori, dopo la chiusura dei reparti delle trasmissioni (i cambi), sono associati alle autovetture che si assemblano, quindi correlati in modo diretto a quanto emerge dai vari Plant come Pomigliano, Mirafiori, Melfi e Cassino, per intenderci; al netto del progetto di Acc sulla Gigafactory.
Il segretario regionale della Fim-Cisl, Marco Laviano, nell’analizzare quanto offerto dallo studio rivelato dal suo leader sindacale, Ferdinando Uliano, ha evidenziato l’estrema preoccupazione per il futuro, alla luce delle scelte sulla transizione ecologica, che registrerebbero trend opposti a quelli attesi. Timori messi in rilievo in questo contributo video, che ci ha trasmesso da remoto, trovandosi per impegni concomitanti, fuori regione.