Tavares: «Investiremo sulle Gigafactory solo se ci sarà il mercato dell'elettrico, Termoli è sito privilegiato»

L'audizione ven 11 ottobre 2024
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
2min
Carlos Tavares, ceo di Stellantis ©web
Carlos Tavares, ceo di Stellantis ©web

TERMOLI. Il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, parla di Termoli, dello stabilimento destinato o destinabile a diventare Gigafactory. Lo fa nelle repliche ai diversi interventi seguiti alla sua prima relazione nell’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati (la X). Tra coloro che hanno puntato proprio sul sito di viale Giovanni Agnelli, nell’area industriale della valle del Biferno, il leader di Azione Carlo Calenda, da tempo critico con l’azienda.

Lo stesso Tavares ha ribadito come molte domande riguardassero il sito molisano. La sua risposta a tema Gigafactory parte col riferimento al piano Dare Forward, che quasi in tono di sfida invita a leggere, dove si trova l’esatto percorso scelto verso il full electric. Poi si entra nel merito: «Qui la situazione è molto semplice, noi pensiamo che abbiamo bisogno di tre, forse 4 Gigafactory in Europa. Se l'Europa diventa un mercato al 100% elettrico.

Questi stabilimenti rappresentano un investimento enorme, la nostra idea è investire, fare gli investimenti in queste tre o quattro gigafactory, ma queste capacità sono poi utili soltanto se c'è una domanda di veicoli elettrici, se non c'è domanda nel mercato noi non facciamo nessun investimento in un piano che rimarrebbe inutilizzato, quindi dobbiamo adattare le tempistiche, la sequenza deve essere tutta modulato in base a quella che è la domanda del mercato, a seconda della velocità con cui riusciamo per esempio a utilizzare le celle a combustibile per le batterie. Dipenderà tutto dalla situazione del mercato, noi dobbiamo lavorare adesso per essere sicuri che quando sarà necessario avremo tutto quello che servirà per la produzione; Termoli è nei nostri piani, dipenderà dalla velocità alla quale riusciamo a crescere da un punto di vista delle cellule bev. Qualcuno dice che non dovremmo andare troppo veloci, capisco la vostra prospettiva. Se non volete elettrificare il mercato.

Non abbiamo bisogno di nessuna gigafactory, ma se volete elettrificare il mercato, allora c'è bisogno della gigafactory e non è un caso il fatto che le gigafactory si trovino in siti dove al momento vengono prodotti i motori a combustione interna perché questo significa che se c'è un'incertezza sulla tempistica per passare da endotermico a elettrici, perché nello stesso sito produco entrambi, se non c'è bisogno di quelle batterie, allora produco più endotermico. Se invece sono più veloce sui Bev, allora riduco la produzione dei motori a combustione interna e aumento quella dei veicoli elettrici, non devo cambiare stabilimento, è tutto lì. Ecco perché abbiamo scelto quegli stabilimenti, quindi noi abbiamo preso questa decisione anche in altri Paesi ed è una strategia che funziona, in modo da non avere effetti negativi in base alla velocità della transizione. Quindi che ci sia un aumento o una riduzione della velocità della transizione, noi comunque siamo in grado di andare avanti in quello stabilimento, aumentando o diminuendo i motori endotermici rispetto ai Bev. Sulle Gigafactory c'è una concorrenza molto forte, molti Paesi le vogliono. Noi abbiamo una sequenza che dobbiamo seguire e anche perché le celle delle varie batterie dei veicoli elettrici cresceranno e Termoli è sicuramente il sito privilegiato».

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