«Dal 2010 era già chiaro il declino dell'auto in Italia», scenari e preoccupazioni su Stellantis

Il dibattito sab 12 ottobre 2024
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
2min
Il dibattito su Stellantis a Termoli ©Termolionline.it
Il dibattito su Stellantis a Termoli ©Termolionline.it
Gigafactory Stellantis-Acc, Giorgio Cremaschi a Termoli: l'intervista al sindacalista metalmeccanico

TERMOLI. Nal day after del doppio impegno sostenuto dal Ceo Carlos Tavares, ieri a Roma, prima nel confronto con alcune organizzazioni sindacali, quindi con l'audizione parlamentare nella commissione riunita di Camera e Senato alle Attività produttive, ha assunto ancora più rilevanza il dibattito promosso dall'Usb, nella sala del Sacro Cuore.

«La crisi del settore automotive, i rinvii sull’avvio della Gigafactory e la cancellazione dei finanziamenti del Pnrr, la delocalizzazione delle produzioni meccaniche, gli ammortizzatori sociali, il rischio chiusura, 2000 lavoratori che perdono salario e rischiano il posto di lavoro. Le incertezze sul futuro degli altri stabilimenti italiani di Stellantis (Atessa- Melfi-Pomigliano-Cassino-Mirafiori) tra riconversione all’elettrico e delocalizzazioni delle produzioni.

L'Usb con le proprie idee e le proprie proposte si confronta con i lavoratori, i cittadini, le associazioni e la politica», questi i temi trattati da Sasha Colautti (Usb nazionale industria); Giorgio Cremaschi (sindacalista); Roberto Gravina (consigliere Regione Molise-M5s); Giuliano Granato (Potere al popolo); dirigenti nazionali e territoriali Usb.

Impossibilitata a essere presente, poiché fuori sede, Marcella Stumpo (Rete della Sinistra) ha inviato un video, diffuso nel corso della manifestazione.

Una partecipazione davvero folta, più che in altre occasioni, e non parliamo solo di Usb, ma in generale di incontro sul caso "Fiat", per dirla storiograficamente, frutto del lavoro di Stefania Fantauzzi e degli iscritti sul territorio.


Il segretario interregionale Romeo Pasquarelli (Usb Lavoro privato) ha introdotto il dibattito partendo dai numeri, quelli di una produzione che è andata calando vertiginosamente.

Un percorso che Usb e Cremaschi individuano nel piano Marchionne, dal 2010, con esito scontato. Unico esponente politico presente, Roberto Gravina.

Nel suo intervento, Gravina ha fatto riferimento anche all’audizione dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, tenutasi ieri in Parlamento, durante la quale il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha espresso insoddisfazione per la mancanza di prospettive concrete. «Le dichiarazioni di Tavares sono state deludenti e non hanno offerto alcuna garanzia sul futuro dei nostri stabilimenti, compresa la Gigafactory di Termoli. Siamo ancora fermi alle stesse dichiarazioni già rese pubbliche dai vertici di Stellantis nei mesi scorsi, e la cosa preoccupante è che il Governo, dal punto di vista del sostegno alle politiche industriali, appare completamente smarrito e privo di coraggio», ha dichiarato Gravina.

Il consigliere ha poi criticato il comportamento del governo regionale di centrodestra, che per mesi ha rassicurato che non ci sarebbero stati problemi per la Gigafactory di Termoli, sostenendo l’inerzia del governo nazionale a scapito degli interessi del territorio. «Ora stanno rincorrendo gli eventi, proponendo soluzioni tampone e spesso contraddittorie, come il progetto di un nuovo stabilimento di batterie annunciato da un'azienda americana, che prevede un investimento sul nostro territorio nemmeno lontanamente paragonabile a quello della Gigafactory», ha sottolineato Gravina.


Ha poi criticato l'atteggiamento dei parlamentari molisani del centrodestra, osservando: «Ieri, durante l’audizione in Commissione parlamentare di Tavares, invece di essere presenti per comprendere quale sorte attenda il nostro territorio e il futuro della Gigafactory, hanno preferito partecipare ed enfatizzare il taglio del nastro di un evento locale insieme al sottosegretario Bergamotto. Nessuno di loro ha sollevato la questione della revoca dei fondi Pnrr destinati al progetto della Gigafactory né chiesto chiarezza su quando e da dove arriveranno altre risorse».

Gravina ha concluso: «Anche questa volta, la famosa filiera istituzionale di centrodestra ha prodotto per il Molise l'ennesima foto di gruppo, lasciando irrisolte le vere questioni».

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