Alla "vigilia" dello sciopero: i numeri di Stellantis e la strategia industriale da perseguire

Braccio di ferro gio 17 ottobre 2024
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
2min
Lo stabilimento Stellantis di Termoli ©Termolionline.it
Lo stabilimento Stellantis di Termoli ©Termolionline.it

TERMOLI. La vigilia dello sciopero metalmeccanico più delicato degli ultimi anni, forse decenni, si sta vivendo tra strascichi di polemiche politiche locali e contrapposizioni tra parte aziendale e Governo, se ci riferiamo a Stellantis, nel mezzo dell’organizzazione delle trasferte che domani vedranno dipendenti e attivisti sindacali sia in piazza a Roma che dinanzi agli stabilimenti.

Un doppio forno di protesta, quello che verrà acceso, con i confederali da un lato e le altre sigle partecipative dall’altro. In mezzo una vertenza che viene schiacciata da una transizione ecologica che pare più un cappio che un’opportunità.

L’obiettivo comune è difendere l’occupazione e quanto meno livelli produttivi accettabili, ma in un contesto di globalizzazione è assai complicato trovare la squadra, specie se la competitività si infrange contro concorrenze che viaggiano osservando altre regole. Vedi la Cina.

Proprio ieri, col salone mondiale dell’auto di Parigi in corso, Stellantis ha avviato la pubblicazione di stime trimestrali sulle consegne consolidate globali ed i relativi commenti sulle tendenze più significative del business. Con il termine “consegne” si identificano i volumi di veicoli consegnati alla rete di vendita, ai distributori o direttamente dal costruttore ai clienti finali sia individuali sia per le flotte, che determinano i ricavi del Gruppo. 

Le consegne consolidate nel trimestre chiuso il 30 settembre 2024 sono state stimate in 1.148mila unità, il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo delle consegne è stato maggiore rispetto a quello delle vendite ai clienti finali nel periodo, che si sono ridotte di circa il 15%, scontando l’impatto temporaneo della transizione del portafoglio prodotti e delle iniziative di riduzione delle scorte presso la rete.

In Nord America, le consegne sono diminuite di circa 170mila unità, di cui oltre 100mila unità relative ai preannunciati tagli alla produzione con l’intento di ridurre lo stock presso la rete. Ha inciso inoltre la contrazione del portafoglio prodotti per la transizione verso le nuove offerte multi-energy con una nuova generazione di prodotti in fase di lancio, iniziando nell’ultima parte del 2024 con la Dodge Charger Daytona e la Jeep Wagoneer S. Comunque, le vendite ai clienti finali negli Stati Uniti hanno supportato la crescita della quota di mercato mese su mese nel terzo trimestre dal 7,2% in luglio al 7,9% in agosto e all’8,0% in settembre mentre le scorte si sono ridotte di 50mila unità (-11,6%) rispetto alla fine dello scorso trimestre.

In Europa allargata, le consegne dai nostri stabilimenti sono diminuite di circa 100mila unità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per il posticipo del lancio dei modelli basati sulla piattaforma Smart Car, inclusa la Citroën C3 (che ha iniziato ad essere consegnata alla rete in settembre). Le prospettive per il lancio dei nuovi modelli in Europa sono robuste con ordini per 50mila unità per la nuova Citroen C3 e di 80mila unità per la nuova Peugeot 3008, a titolo di esempio.

Nel “Terzo Motore” di Stellantis, le consegne sono rimaste complessivamente invariate, poiché la crescita in Sud America ha compensato i cali in Medio Oriente & Africa, Cina e India & Asia Pacifico.

Non è un caso che sempre ieri è stata comunicata la nuova cassa integrazione. Il quadro è critico e occorre una riflessione sulle politiche di consolidamento del tessuto socio-economico che conosciamo e che viviamo da mezzo secolo, il rischio di un salto bel buio è molto concreto.

Uno sciopero, quello di domani, che pone l’assenza di alternative alla Gigafactory tra le maggiori incognite, perché Stellantis vorrà produrre dove costa meno, con una leva finanziaria in diminuzione.

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