Prudenza e visione con un export da primato in Giappone: fiducia dei soci nella Cantina Cliternia

L'assemblea ven 25 ottobre 2024
Lavoro ed Economia di Emanuele Bracone
4min
L'assemblea della Cantina Cliternia ©Termolionline.it
L'assemblea della Cantina Cliternia ©Termolionline.it
L'approvazione del bilancio alla Cantina Cliternia

CAMPOMARINO. L’entusiasmo dei soci, con indosso il cappellino della Cantina Cliternia, si appalesa nell’applauso finale con cui viene approvato il bilancio 2023.

Un clima di fiducia e di consapevolezza, quello che si è respirato nella serata di ieri, nella sede della cooperativa vinicola che raccoglie le uve di 130 soci, la maggior parte proveniente da Campomarino, Portocannone, Ururi e San Martino in Pensilis.

Il presidente Armando Panella, con la presenza del vice Giovanni Di Matteo, il direttore Francesco De Angelis e il collegio dei revisori dei conti, con la dottoressa Antonella Coloccia a presiederlo, con le componenti Emilia Vetta e Daniela Occhionero, hanno illustrato i contenuti della delibera del Consiglio di amministrazione che l’assemblea riunita dalle 18 era chiamata ad approvare.


Una impresa cooperativa da primato, quello dell’export nazionale verso il Giappone, che ha portato a un livello di 8,5 milioni di euro e che è stato possibile mantenere anche nell’anno di perdita dell’80% della produzione, a causa della peronospora.


E’ qui la chiave di volta di una gestione virtuosa, che seppur improntata alla prudenza, come ha rimarcato il direttore Francesco De Angelis, è riuscito a valorizzare gli asset produttivi, fino a redistribuire un utile aggiuntivo di oltre un milione e mezzo di euro, che riuscirà in parte a far recuperare anche il mancato raccolto dello scorso anno, grazie a quanto maturato con la vendemmia 2022.

Un esempio perfetto di economia sociale, una gestione senza fronzoli ma efficace, portata avanti facendo leva sulla forte compagine sociale, un'affiatata squadra di amministratori, dipendenti e management di grande valore.


Lavora mediamente 150.000 quintali di uve, ha un fatturato di circa 9 milioni di euro ed esporta circa 5.000.000 di litri equivalenti a più di 6.500.000 di bottiglie da 0,75 litri, grazie all’accordo ormai venticinquennale con la più grande catena di ristoranti italiani nel mondo, che permette appunto l’export verso il Giappone.

Nella relazione del direttore De Angelis, anche uno scorcio di visione internazionale sul mercato vinicolo, con l’Italia che riuscirà a ritornare in vetta dopo un anno in cui ha dovuto cedere il passo.

«Abbiamo trovato la strada migliore per procedere in una procedura un po' complicata e per questo ringrazio tutti - ha ribadito De Angelis - il principio alla base di tutto è la prudenza che ha contraddistinto da sempre la gestione di questa società, per garantire l'obiettivo basilare e perenne: la continuità aziendale, anche in momenti di eventi straordinari negativi, come nella vendemmia 2023, che ha messo a dura prova i soci conferenti e che poteva mettere in crisi la struttura, ma abbiamo promosso particolare attenzione nella gestione dei conti aziendali.

Fondamentale è stata la decisione di bloccare le vendite alla fine della primavera 2023, così abbiamo evitato che al 31 agosto potessimo avere giacenze insufficienti a soddisfare la domanda di imbottigliamento».

Tracciando le direttrici, De Angelis ha anche messo in evidenza come stia cambiando il consumo di vino, con il rosso a calare e le bollicine a salire.

«Siamo cresciuti col vino confezionato grazie all'esportazione in Giappone, che da 25 anni ci mette al riparo dalle perdite, con un fatturato complessivo in questo periodo di 200 milioni di euro. Abbiamo come principale cliente la catena di risotranti italiani più grande al mondo, 1.500 locali tra Giappone, Hong Kong e Singapore, oltre ad altri clienti».

Nel 2024 il trend di imbottigliato è passato da 3mila ettolitri a 4,200 ettolitri al mese, per arrivare a superare i 50mila all'anno, come un container da 40 piedi al giorno. L'export viene realizzato con bottiglie da un litro e mezzo (10.500 a container).

«Abbiamo profuso un notevole sforzo organizzativo, sia in termini produttivi che nell'organizzazione dell'arrivo dei materiali, ottimizzando la forza lavoro». Un elogio ai dipendenti, con De Angelis che ribadisce di continuare in questa direzione, col massimo impegno, per mantenere lo status quo e che tutti invidiano. 

LA STORIA

Sono i primi anni della viticoltura molisana, quando nel 1972, 41 viticoltori costituiscono la Cooperativa Vinicola di Campomarino in Molise.

Oggi siamo oltre 140 soci che curiamo la coltivazione di vitigni tipici con l’entusiasmo e la dedizione tipica di chi coltiva la propria terra, scoprendo con meraviglia ogni giorno i risultati del proprio impegno.

VITICOLTORI E PRODUTTORI DI VINO DAL 1972

La Cantina Cliternia è una cooperativa di circa 150 soci della regione Molise, è protetta a sud dal suggestivo profilo del promontorio del Gargano e baciata ad est dalla dolce brezza dell’Adriatico, in una regione ricca di antichissime tradizioni vitivinicole, la cantina è localizzata nei pressi dell’antica Cliternium o Cliternianum che era centro di collegamento nevralgico per i traffici economico-militari verso l’Oriente nell’età aurea dell’Impero Romano.

UVE E VINI.

Ci piace definirci artigiani del vino perché le nostre viti e i nostri vini nascono, crescono e vengono imbottigliati totalmente nella nostra Cantina. Produciamo i vini da uve tipiche IGT e DOC unendo tradizione e innovazione. Preserviamo nei nostri vini i risultati naturali ottenuti dalla terra, dal sole e dal clima mediterraneo, producendo vino con tecnologie e ricerca avanzate, e cogliendo al meglio ogni elemento di gusto e di qualità. 

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