«Non c'è altra via che la nazionalizzazione degli stabilimenti Stellantis»
TERMOLI. Presidio con sciopero davanti allo stabilimento Stellantis, quello di ieri mattina, dalle 10 alle 12, da parte della sigla sindacale Usb, che aveva proclamato la protesta a livello nazionale per tutto il comparto industriale italiano. Come riferito, «Una giornata di lotta vera, con picchetti davanti le aziende e presidi nelle piazze, caratterizzata dall'intervento di delegati e delegate, lavoratrici e lavoratori che chiedono garanzie per il proprio futuro, chiedono più salario e diritti. Il contesto produttivo di questo paese necessita un intervento deciso da parte del Governo; servono delle politiche industriali in grado di accompagnare le transizioni senza ricadute per chi lavora.
Servono delle politiche salariali che aumentino gli stipendi, che affrontino il tema del modello contrattuale e della rappresentanza. A questo paese servono diritti innovativi per affrontare la trasformazione industriale in atto. Riduzione di orario a parità di salario, miglioramenti sulla condizione di lavoro, sulla salute e la sicurezza mentre si lavora. Questi sono i temi che sono stati portati nelle piazze e che per la prima volta hanno rotto anche un’egemonia nel mondo dei "colletti blu". A rappresentare questi lavoratori c'è un’alternativa sindacale che cresce e non si ferma che con coerenza difende i diritti e non firma contratti che sono stati funzionali solo a cancellare diritti, abbassare i salari in cambio del nulla. Questo sciopero è un passaggio ovviamente, un passaggio intermedio che porta tutto allo sciopero generale che Usb ha proclamato per il 13 dicembre, lontano dalle contraddizioni aberranti di Cgil e Uil. La piazza è nostra, anzi dei lavoratori e del nuovo protagonismo. Per difendere l'Industria di questo paese ed il futuro di chi lavora, per salari dignitosi e per nuovi diritti e una condizione di lavoro sicura si sciopera e si sciopererà ancora uniti il 13 dicembre». Tra coloro che erano presenti in viale Giovanni Agnelli, Stefania Fantauzzi, Sergio Calce e Donato Frate. La Fantauzzi anche riferito di un nuovo incontro col vicepresidente della Giunta regionale Andrea Di Lucente, e di un nuovo briefing ministeriale a breve.
«Questo governo, la cui maggioranza è ben rappresentata da Roberti e di lucente a livello regionale, ha deciso in piena controtendenza rispetto agli altri paesi europei di tagliare i fondi destinati dopo il Covid alla crisi del settore auto. Questo governo che finalmente è presente nei tavoli di trattativa riguardanti l’automotive, avrebbe dovuto aumentare quei fondi e sicuramente pretenderne il riscontro dal punto di vista occupazionale rimodulando magari i toni con l’azienda vista l’assenza di risultati finora. Invece decide di dare un altro alibi a Stellantis per andar via, e toccare proprio quei fondi che servono anche alla cassa integrazione straordinaria, e di cui noi abbiamo estremamente bisogno visto che entro qualche mese finiamo gli ammortizzatori sociali», ha tuonato la Fantauzzi, che chiede la nazionalizzazione dei siti Stellantis italiani e che il Governo provveda ad ammortizzatori sociali capaci di far tornare reddito nelle case degli operai». L’aspettativa è del tutto negativa, con una fabbrica avviata alla dismissione entro il 2028 e forse accompagnata da un paio di anni di Naspi. Insomma, un quadro veramente a tinte fosche, quello tratteggiato ieri dall’Usb.