Giornata mondiale della pesca: delegazione di Termoli sabato da Papa Francesco

L'udienza privata gio 21 novembre 2024
Lavoro ed Economia di La Redazione
3min
Il mondo della pesca ©TermoliOnLine
Il mondo della pesca ©TermoliOnLine

TERMOLI. Oggi è anche la Giornata mondiale della Pesca. Sabato prossimo, 23 novembre, gli operatori del mondo ittico, tra cui una delegazione di Termoli dell’associazione Armatori pesca del Molise, col presidente Paola Marinucci, unitamente a Federcoopesca e Op San Basso, saranno ricevuti in udienza privata speciale da Papa Francesco. L’incontro avrà luogo alle 10, presso l’Aula Paolo VI 

L’Udienza è rappresentativa di tutto il mondo italiano della pesca. «Ci auguriamo che l’incontro con papa Francesco dia slancio all’intero comparto italiano della pesca e generi attenzione di tutti verso il lavoro dei pescatori», sottolineano gli stessi operatori.

In occasione della ricorrenza odierna, diffuso il messaggio del cardinale prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale Micheal Czerny.

«Le grandi acque sono spesso nella Sacra Scrittura un simbolo dell’instabilità e dell’inquietudine che provano gli esseri umani. Il popolo di Dio è radunato invece da una speranza: l’alleanza fra il cielo e la terra è stabile e rende attraversabile persino il mare. Sono immagini, queste, che parlano all’intelligenza e al cuore, cambiando la nostra percezione della fatica quotidiana e delle sfide che stanno davanti a noi. L’annuale ricorrenza della Giornata mondiale della pesca, in particolare, è una speciale occasione per approfondire il nostro rapporto con “sorella acqua” e con lo sviluppo umano integrale di tutti.

Il lavoro dei pescatori, fra i più antichi dell’umanità, è profondamente cambiato in larga parte del nostro pianeta. Si può dire che le ferite inflitte alla nostra casa comune da un modello economico aggressivo e divisivo riguardano in modo diretto la vita e il futuro di milioni di esseri umani che vivono della pesca. Equilibri secolari fra lavoro umano e natura sono stati stravolti da modalità predatorie di implementazione di tecnologie e profitti, a vantaggio di una minoranza sempre più influente e potente, disinteressata agli effetti a medio e lungo termine di questa economia che uccide. Così la parola creatrice «Le acque brulichino di esseri viventi» (Gen 1,20) è calpestata da una pesca intensiva e strappata a coloro che per secoli hanno custodito le ricchezze del mare, dei fiumi e dei grandi laghi.

La Chiesa partecipa delle gioie e delle speranze, ma anche delle tristezze e delle angosce di un’umanità chiamata, in questo momento storico, a riscoprire la fraternità come dimensione sociale e politica, la cultura dell’incontro come alternativa alla globalizzazione dell’indifferenza. I cristiani non possono, perciò, voltarsi dall’altra parte quando interi ecosistemi sono minacciati da modalità di lavoro che li devastano e impoveriscono sino alla fame popolazioni già provate da diseguaglianze e conflitti. L’assemblea sinodale, da poco conclusa, ha rappresentato una straordinaria occasione di reciproco ascolto e di crescita nella consapevolezza che in queste sfide la missione della Chiesa si fa più chiara.

A tutti coloro che riconoscono le conseguenze di un cattivo paradigma di sviluppo desidero ricordare le parole recentemente indirizzate dal Santo Padre Francesco ai Movimenti popolari: «Voi siete usciti dalla passività e dal pessimismo, non lasciatevi abbattere dal dolore né dalla rassegnazione. Non avete accettato di essere vittime docili, vi siete riconosciuti come soggetto, come protagonisti della Storia. Questo è, forse, il vostro contributo più bello. Non vi lasciate intimorire, andate avanti»[1]. Ai pescatori di tutto il mondo, così, la Chiesa vuole far sentire il proprio accompagnamento e sostegno.

Esisterà e può essere perseguito uno sviluppo tecnologico che rafforza la dignità e la sicurezza del lavoro, ristabilendo i giusti equilibri fra le persone, il lavoro e l’ambiente. Ugualmente, i legislatori possono smarcarsi dai grandi interessi di pochi, per intervenire a favore di piccole comunità, imprese familiari e organizzazioni di pescatori che, con le opportune garanzie, sono in grado di contribuire più direttamente ed efficacemente al bene comune. Essi, infatti, hanno una vocazione a custodire il mare che va sostenuta in un’ottica di ecologia integrale diffusa e popolare. Tale sensibilità inserisce a pieno titolo i pescatori fra le membra del Corpo di Cristo che cooperano alla creazione di un mondo più fedele ai sogni di Dio.

Non dimentichiamo, come uomini e donne di speranza, la potenza silenziosa della preghiera, che sempre deve accompagnare l’impegno per la giustizia. Ha confidato papa Francesco: «Prego perché quanti sono economicamente potenti escano dall’isolamento, rifiutino la falsa sicurezza del denaro e si aprano per condividere i beni che hanno una destinazione universale, perché tutti derivano dal Creato. Tutti i beni derivano da lì e tutti i beni hanno una destinazione universale. È difficile che ciò accada, è difficile, ma a Dio tutto è possibile». Così anche noi preghiamo, affidando all’intercessione di Maria, Stella Maris, le preoccupazioni e i desideri dei pescatori e di tutti coloro che beneficiano del loro lavoro».

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