«Dimissioni di Tavares prevedibili, si deve trovare il coraggio di andare avanti»
TERMOLI. Solo pochi giorni fa, il segretario della Fim-Cisl, Marco Laviano, aveva bollato la situazione interna allo stabilimento Stellantis rilevando come l’attività e la programmazione fossero “al palo”.
«Le dimissioni di Tavares o l’esser stato sollevato in maniera implicita dall’incarico è difatti una situazione che prevedevo già da qualche mese, non sono affatto sorpreso. È quello che tutti un po’ si aspettavano, e volevano, ed è quello che da tempo sembrava dover esser l’unica soluzione in casa Stellantis per provare a cambiare le sorti di un gruppo che nonostante gli utili stava fallendo le strategie di mercato e le scelte industriali».
Questo il commento dell’esponente metalmeccanico, componente della segreteria interregionale Abruzzo-Molise.
«Non saprei dire ora se questo rappresenta un passo cruciale verso il rilancio, Tavares aveva delle missioni era, si, il Ceo di Stellantis ma sicuramente parlava ed agiva a nome di tutto il Cda».
I problemi resteranno, la Exor resta la parte più importante del gruppo, ma non dimentichiamo che nelle percentuali dei dividendi c’è sempre lo stato Francese. Il problema vero resta, la strategia industriale se cambiata ora diventa un doppio fallimento, migliaia di posti di lavoro già persi in questi anni, relazioni politico sociali ormai azzerate, rapporto con i fornitori pressoché nullo. Si deve trovare il coraggio di andare avanti, confermare gli investimenti e correre il rischio di impresa, correggendo alcune scelte, un settore dell’auto così in crisi di idee, di vendite, di strategie paralizza tutti i mercati. Ma se guardiamo alle economie occidentali ed orientali ci rendiamo conto di quanto è stato sbagliato negli ultimi anni, avevamo record produttivi di auto in Europa, oggi invece è la Cina ad avere il primato decuplicando le proprie produzioni, segno che non è il mercato, ma come si lo fa.
Questa notizia di Tavares, però non aiuterà il gruppo ad avere rapide risposte, purtroppo ci attende un periodo di incertezze aggiunte. C’è una corsa a cercare i colpevoli, lo dico da tempo inutile puntare il dito contro tutti, servono responsabilità comuni. Il governo continua ad esser assente così come lo è stato Tavares, il ministro Urso prova a mettere pezze ovunque dicendo che si deve cambiare, indicando ma senza nel merito dicendo con quali mezzi, come Fim-Cisl, lo diciamo ormai da anni, serve un vero accordo di sviluppo messo nero su bianco. Non vogliamo arrivare tardi all’appuntamento della transizione, ma così ci arriviamo in ritardo e con “la macchina” Industria a pezzi.
Che il cambio del Ceo, sia una possibilità di cambiare interlocutore, serve una persona di vedute e capace nelle relazioni ma soprattutto capace di riportare a tutto il consiglio di amministrazione anche idee contrastanti che vadano però in prospettiva per il futuro del settore auto, noi continueremo a fare pressioni, basta scelte di sacrifici. Non si può più cedere nulla senza avere certezze industriali».