In Parlamento una nuova interrogazione al Mimit sulla Gigafactory Stellantis
TERMOLI. Opposizione parlamentare sempre focalizzata sulla vertenza Stellantis, compresa la Gigafactory di Termoli, per la seconda volta a interessarsene, negli ultimi mesi, è il deputato di opposizione Aboubakar Soumahoro, che rivolge una interrogazione con risposta in commissione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per sapere «Quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri interrogati, anche alla luce delle dimissioni dell’amministratore delegato del gruppo Stellantis, affinché si arrivi alla definizione di un piano strategico per il rilancio della produzione di auto in Italia e in particolare nel Mezzogiorno che garantisca piena occupazione ai lavoratori impegnati dell’automotive».
L’onorevole Soumahoro sottolinea che «Il 27 novembre 2024 è stato presentato il Rapporto Svimez 2024 sull’economia e la società del Mezzogiorno. Il tema di quest’anno è stato come definire un progetto di sviluppo per l’Italia e l’Europa che tenga insieme la competitività e la coesione sociale e territoriale; la filiera dell’automotive è il settore sul quale, secondo il rapporto, si giocherà la sfida europea nel cambiamento strutturale del sistema produttivo e il futuro industriale del Mezzogiorno.
L’industria automobilistica italiana è collocata, infatti, prevalentemente nel Mezzogiorno; nei primi nove mesi del 2024, gli stabilimenti del Mezzogiorno hanno fornito quasi il novanta per cento degli autoveicoli prodotti in Italia, ma hanno perso più di 100 mila unità sul 2023 (meno venticinque per cento). Lo stabilimento di Melfi ha visto da solo una perdita di quasi 90 mila unità (meno sessantadue per cento), ma anche gli altri stabilimenti – in crescita nella prima parte dell’anno – sono entrati in territorio negativo, con cali che hanno interessato sia gli autoveicoli (Pomigliano, meno sei per cento) che i veicoli commerciali (Atessa, meno dieci per cento); ad aggravare il quadro, è stato sospeso l’investimento da oltre due miliardi per la realizzazione della Gigafactory di batterie a Termoli, che indica una generalizzata vulnerabilità europea nella transizione all’elettrico; la filiera estesa nel Mezzogiorno dell’automotive vale quasi tredici miliardi in termini di valore aggiunto, di cui più di quattro quinti in Campania (ventinove per cento), Puglia (venti per cento), Sicilia (ventidue per cento) e Abruzzo (tredici per cento).
Gli occupati riconducibili alla filiera automotive sono circa 300 mila, più della metà in Campania (trenta per cento) e Puglia (ventuno per cento), seguite da Sicilia (ventuno per cento) e Abruzzo (undici per cento); il rilancio dell’industria automobilistica in Europa e la difesa dell’occupazione e dell’indotto richiede un cambio di paradigma che passa da un piano industriale europeo, finalizzato al rafforzamento della filiera elettrica e alla riduzione del gap tecnologico accumulato rispetto ai competitor, mettendo al centro gli stabilimenti del Mezzogiorno».