«Sono i carichi di lavoro a minare la sicurezza»
TERMOLI. Usb in prima linea davanti ai cancelli dello stabilimento Fca di Rivolta del Re a Termoli. Stefania Fantauzzi, la battagliera sindacalista, assieme ad altri iscritti e attivisti, ha arringato i dipendenti che entravano e uscivano tra primo e secondo turno, megafono alla mano e voce che sfidava gelo e vento. Volantini consegnati a lavoratori tutt’altro che distratti, poiché quando in ballo vi è la sicurezza, non contano le bandiere (quelle c’erano all’esterno del Plant).
Diversi gli scambi di opinione tra militanti dell’Usb lavoro privato, la federazione di settore che copre l’industria, e le maestranze; quando in campo scendono gli antagonisti, diciamo così, non è un fattore così scontato. La morte del 29enne Cristian Terilli venerdì scorso alla Sevel ha scosso le coscienze di tutti. Quello che abbiamo percepito dai volti, gli sguardi e le parole degli operai – nel frangente in cui siamo stati presenti – è comunque di poca fiducia e quasi di rassegnazione sul futuro.
Ci sono reparti che viaggiano a un quinto del potenziale occupazionale a cui si era abituati, ma senza cali di produzione. Per la Fantauzzi la sicurezza è fisica e mentale in fabbrica, si tratta di stabilire i carichi di lavoro e su quello garantire la salute. Ma viene contestato anche il mancato riscaldamento negli spogliatoi e le pause troppo brevi, che indurrebbero addirittura alcuni colleghi a farsela addosso, per non perdere il ritmo.