«Soglia elettorale portata al 5%, è una vergogna», insorge l'opposizione a Palazzo D'Aimmo
CAMPOBASSO. Non usano mezzi termini i consiglieri regionali di opposizione per quanto avvenuto ieri sera a Palazzo D'Aimmo, parlano apertamente di vergogna.
«Quello che è appena accaduto in Consiglio regionale è assurdo e vergognoso: violando le regole stabilite dalla stessa maggioranza, il centrodestra ha presentato fuori tempo massimo un emendamento per modificare la legge elettorale regionale ad un anno dal voto, poi approvato a maggioranza.
Un blitz all'oscuro dei molisani con cui il centrodestra intende negare la possibilità a tante piccole liste civiche di trovare rappresentanza all’interno della massima assise regionale alzando la soglia di sbarramento dal 3% al 5%.
Il dato, ad ogni modo, al di là del merito è uno: mentre il Molise muore, loro pensano a squallidi giochetti elettorali piuttosto che impegnarsi per risolvere i problemi della nostra sanità, i problemi dei molisani su lavoro, ambiente, cultura turismo.
Nessun dibattito col territorio su una delle leggi più importanti che riguarda proprio i molisani e il loro diritto di voto. Nessun confronto. Un metodo dittatoriale e immorale. Una decisione arrivata come un fulmine a ciel sereno nella notte del Bilancio, nell'ombra delle coscienze distratte dei molisani.
Ps: se c'è una sola cosa positiva è che la storia ci insegna che chi cambia la legge elettorale, perde le elezioni», a esprimersi così è il consigliere regionale e portavoce del Movimento 5 Stelle Valerio Fontana.
Il gruppo consiliare dem, formato da Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla definisce l'innalzamento della soglia al 5% «Un’aberrazione democratica nel metodo e nel merito, il colpo di mano della maggioranza, che con un emendamento presentato fuori tempo massimo, in sede impropria come il bilancio, cambia la legge elettorale a vantaggio esclusivo dei consiglieri in carica nei partiti maggiori».
«Con lo sbarramento al 5%, infatti, si avvantaggiano i partiti e le coalizioni più grandi, con buona pace del pluralismo democratico della società molisana, dei diritti di rappresentanza, della possibilità di tutti, soprattutto dei piccoli partiti e movimenti, di poter accedere ai seggi del Consiglio regionale.
Così riversando all’esterno l’immagine di una classe politica attenta solo alla propria sopravvivenza, senza tenere minimamente conto delle esigenze e della volontà dei cittadini, stracciando ogni regola democratica a meno di un anno dalle elezioni.
Un golpe in piena regola, perpetrato da una maggioranza di centrodestra, e che rappresenterà la sua pietra tombale, un boomerang che gli elettori molisani scaglieranno contro i consiglieri che così facendo, pensano di poter mettere a tacere partiti minori e movimenti civici.
Lo diciamo da rappresentanti di un partito che probabilmente si avvantaggerà di questa norma: oggi si è stracciata, ancora una volta, la democrazia.
Oggi Toma e i suoi consiglieri hanno scritto la pagina più deprecabile e più detestabile della peggior legislatura della Regione Molise».