Movimento 5 Stelle incalza sul Superbonus 110: ottimi risultati, va mantenuto
TERMOLI. Non si è rivelata la migliore delle scelte proporre un confronto su temi così attuali come il Superbonus e l'efficientamento energetico di sabato sera a metà luglio, specie ieri.
Tuttavia, contenuti rilevanti quelli messi a fuoco in sala consiliare per volontà del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, rappresentato dalla vicepresidente del Consiglio comunale, Daniela Decaro, che come moderatrice ha dissertato col sindaco Francesco Roberti, coi consiglieri regionale Patrizia Manzo e Vittorino Facciolla e col deputato Antonio Federico.
Purtroppo, pochi gli spettatori in platea, ma meritevoli di aver voluto partecipare all'incontro.
In questi mesi sono circolate tante bufale intorno al Superbonus 110%. Per questo, come rappresentanti del MoVimento 5 Stelle a tutti i livelli istituzionali, abbiamo voluto incontrare cittadini e operatori del settore, sfatando i miti alimentati da strumentalizzazioni politiche. Abbiamo spiegato, in pochi semplici punti, perché continueremo la nostra battaglia, da Roma a Campobasso, a difesa della misura ideata e proposta dal MoVimento.
Partiamo dai numeri. Si vuole far passare l’idea che il Superbonus sia un provvedimento eccessivamente oneroso per le casse pubbliche. Il costo totale è stato di 38,7 miliardi di euro, è vero. Ma nessuno spiega che quell’investimento ha generato sull’economia nazionale un ritorno economico di ben 124,8 miliardi. A dirlo non è solo il M5S, ma lo certifica un ente terzo: l’Istituto Nomisma. Una conferma della bontà della misura viene anche da uno studio dell’Associazione nazionale costruttori edili, pubblicato sul più prestigioso quotidiano economico-finanziario italiano, il Sole24Ore. Il rapporto evidenzia come, da un punto di vista squisitamente economico, i 530 milioni già spesi dallo Stato hanno coperto appena il 53% dell’intero capitolo, con circa 470 milioni rientrati immediatamente sotto forma di maggiori entrate.
La sostenibilità economica delle detrazioni, in sostanza, sta già nel ritorno in termini di tasse, iva e contributi. Ma c’è di più: se si considerano le entrate derivanti dall’enorme indotto generato dal Superbonus, il saldo diventa decisamente positivo.
Ci sono poi gli enormi benefici in termini di occupazione. Si dice, da sempre, che l’edilizia sia un grande volano per l’economia del Paese. È, infatti, una delle leve mosse storicamente dai governi per far ripartire il tessuto produttivo e occupazionale in momenti di stagnazione. Bene, la conferma arriva dall’immediata espansione della domanda nel settore edile, che ha portato agli attuali 634 mila posti di lavoro (410 mila occupati nel settore delle costruzioni e 224 mila nell’indotto).
Veniamo ai benefici sociali: la stessa Nomisma ha calcolato un risparmio medio annuo di 500 euro nelle bollette dei beneficiari del Superbonus. In tempi di crisi dei combustibili fossili, il gas su tutti, basterebbe già questo a giustificare un impegno dello Stato. Sono quasi 500 mila poi le famiglie con redditi medio-bassi ad aver riqualificato energeticamente le proprie abitazioni.
Una riqualificazione che porta con sé l’altro enorme beneficio prodotto dalla misura: quello ambientale. Circa un terzo delle emissioni totali di anidride carbonica viene dalle abitazioni private. Non dalle aziende, né dalle auto, ma dalle nostre case. È un dovere, per ogni Paese serio e attento al nostro pianeta, investire nel patrimonio immobiliare, così da ridurre notevolmente gli impatti dei gas climalteranti. Il solo Superbonus ha permesso una riduzione di quasi un milione di tonnellate di CO2: un risparmio pari a circa il 50% per l’ambiente. Ed ha generato il 50% dell’incremento di energia rinnovabile installata sul parco immobiliare italiano. Numeri da record, insomma.
Ma investire sul patrimonio immobiliare esistente vuol dire anche contenere il consumo di suolo, con effetti importanti a contrasto della desertificazione e del rischio idrogeologico.
Queste sono alcune delle ragioni che, numeri alla mano, ci impongono di continuare la nostra azione incessante all’interno delle istituzioni. Temi quali l’occupazione, la tutela dell’ambiente, la transizione ecologica, il futuro del pianeta e dei nostri figli non possono essere messi in discussione e non dovrebbero essere strumentalizzati per contrastare un movimento politico. Sono nell’interesse della collettività che, per noi, resta l’unico faro da seguire.