«Troppe degenerazioni correntizie portano al naufragio», Alternativa civica si chiama fuori

Il dado è tratto mer 24 aprile 2024
Politica di Emanuele Bracone
3min
Mario Di Blasio e Liberato Manzo (Act) ©TermoliOnLine
Mario Di Blasio e Liberato Manzo (Act) ©TermoliOnLine

TERMOLI. Avrebbe dovuto rappresentare una delle novità delle prossime elezioni amministrative, ma a poco più di 5 mesi da quando venne lanciata, era il 19 novembre scorso, al Café de Paris, la compagine di Alternativa civica Termoli, che aveva messo insieme amministratori di esperienza e persone nuove desiderose di darsi da fare sul territorio, ha dovuto prendere atto dell'impossibilità di costituire un fronte progressista in città.

Quanto sta succedendo in quello che impropriamente, ormai, si definisce campo largo, è davvero "lunare", con accelerazioni e brusche frenate, dietrofront e silenzi che stanno ritardando a più non posso la designazione di un candidato da contrapporre al centrodestra, che partito dopo è arrivato prima. Paradossi della Terza repubblica.

Così, dopo aver dovuto subire anche il dolorosissimo addio a uno dei protagonisti dell'avventura, come Luca Scatena, Alternativa civica Termoli si chiama fuori dall'agone politico locale, non senza additare alla degenerazione correntizia che dilania soprattutto soggetti e partiti presuntivamente qualificati, insomma, stop al dialogo, troppi teatrini. Il dado è tratto e non si può che parlare di naufragio.

insomma, ce l'hanno messa tutta, hanno lanciato appelli e documenti, intessuto alleanze, ricomposto un tavolo, quello del lunedì dopo le Palme, ma tutto si è rivelato inutile, non ci sono stati margini di manovra che consentissero proposte organiche, troppe schegge impazzite.

«Naufragium feci, bene navigavi” (“Ho fatto naufragio, ma ho navigato bene”)». «Mai richiamo più illuminante - quale figura retorica – l’ossimoro di Erasmo da Rotterdam “Naufragium feci, bene navigavi” che sul tema della navigazione, che è la filosofia, il naufragio individuale e/o sociale non è un passaggio negativo ma un elemento necessario di verifica di corrispondenze significanti. Alternativa Civica Termoli, con l'ambizione di compiere un’azione concreta per il benessere comune ha fatto propria questa esperienza, nella consapevolezza che una politica più giusta e più umana può sempre essere pensata ma la sua realizzazione compiuta deve confrontarsi con la contingenza storica e umana della mediazione.

Ha preposto fin dall’inizio del dibattito elettorale con le altre aggregazioni politiche e partitiche - a dire il vero a tratti tortuoso, ambiguo, involuto - una identità precisa che nasce da un programma e una visione politica sociale ripuliti dal manierismo ideologico, riabilitati da una giusta misura civica, resi genuini da un sano rapporto con la propria terra, orientati a non cadere nella spirale di odio/risentimento tra i diversi protagonisti.

L’esigenza del confronto sui programmi propedeutici della sfida elettorale è stata esplicitata e ribadita con fermezza in ogni tavolo a cui ha partecipato, ma è stata sempre disattesa tanto da risultare sempre più flebile e lontana. Una remota e solitaria predica nel deserto a fronte di un astensionismo sempre più allarmante quale cifra evidente della distanza fra i cittadini, la politica e le istituzioni: il segno più forte della crisi della nostra democrazia. Ma proprio l’astensionismo, incrociando il vuoto delle forze politiche, crea la trappola perfetta: il basso numero di elettori che si recano alle urne moltiplica il peso del voto clientelare sulle sfide elettorali, del consenso organizzato intorno a micro interessi di parte. Lo scenario politico ha via via assunto le sembianze di un’avventura infida, talvolta sleale, in un mare nebuloso, a tratti evanescente, in cui è stato inevitabile naufragare. Perciò è di estrema attualità e urgenza depurare la rappresentanza politica dalle degenerazioni correntizie e dal gioco delle ‘tessere’ e far tornare il sostegno, in modo particolare, del mondo del lavoro maltrattato (Jobs Act) e dei giovani su ambiente, scuola, precarietà, disuguaglianze. Questo attraverso un mutamento, innovativo e solidale, basato sulla partecipazione attiva e consapevole dei cittadini, con riguardo e attenzione al bene comune.

Purtroppo il neoliberismo ha vinto nelle teste e nelle coscienze delle persone prima che sul campo ‘largo’. Noi aderenti a Act continuiamo a credere nell’intrapresa sociale e culturale, e in tutti coloro che non si sono arresi, che credono di poter essere vivi e felici solo se lo sono anche gli altri. Non saremo assenti alle consultazioni, da cittadini consapevoli parteciperemo al voto, ma la nostra attività si concretizzerà in altro, partendo da oggi per costruire un percorso alternativo, uno spazio socio-culturale di elaborazione ove discutere, analizzare, proporre idee nel dialogo continuo con la Città».

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