Cala il sipario sul Consiglio, Ferrazzano e Di Brino a fine avventura in Comune
TERMOLI. Spunti diversi nell'ultima seduta del Consiglio comunale di Termoli, che stamani, dopo un avvio difficoltoso - che impone l'urgenza nella nuova amministrazione di risolvere le ataviche questioni legate ad audio e video - ha posto fine all'attività istituzionale dell'assise civica, presieduta per l'ultima volta dal presidente Annibale Ciarniello.
Ultima volta sui banchi della Giunta per il vice sindaco reggente, Vincenzo Ferrazzano, che non si è ricandidato e ha salutato l'ente dopo avervi trascorso all'interno ben 34 anni, nei due periodi, fino al 1995 e dal 2010 a oggi.
Un momento che ha riguardato anche l'ex sindaco Antonio Di Brino, che di anni in amministrazione, salvo parentesi (vedi le dimissioni date nel 1999), ne ha spesi 29, a cominciare proprio dal 1995, in una sorta di staffetta non coordinata con lo stesso Ferrazzano, tra prima e seconda repubblica. Suo il discorso più corposo, con l'auspicio che si metta fine alle sedute miste in presenza e da remoto.
Nell'agenda odierna diversi adempimenti di carattere finanziario, tra cui il rendiconto consuntivo, illustrato dall'assessore al Bilancio Giuseppe Mottola, che ha messo in evidenzia i passi compiuti dal 2019 a chiusura di mandato.
La consigliera Decaro, unica a intervenire dopo Mottola, ha chiesto di realizzare una vera delocalizzazione sul depuratore, che non risolverebbe allo stato come annunciato nei giorni scorsi sul project financing di Acea.
Per il resto, tra qualche votazione a singhiozzo, vista l'esiguità dei presenti, tutto è filato liscio nel giro di poco più di un'ora, con l'intervento di saluto finale del consigliere Andrea Capecce, prima del commiato di Ferrazzano e la stessa chiosa del presidente Ciarniello, che ha ereditato da Michele Marone il ruolo, in corso di mandato.