Nicola Malorni: nella vita e in politica ho scelto il “poter fare”

La lettera agli elettori mer 05 giugno 2024
Politica di La Redazione
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Nicola Malorni ©termolionline.it
Nicola Malorni ©termolionline.it

TERMOLI. Eccomi di nuovo a disposizione delle mie concittadine e dei miei concittadini, con la mia esperienza e la mia competenza, maturata negli ultimi 22 anni a contatto con famiglie, scuole, associazioni, servizi territoriali, grazie ad una professione che adoro, quella di psicologo e analista, e a passioni che, negli anni, mi hanno nutrito di un senso di appartenenza ad una comunità di persone operose, dai miei genitori al maestro Crecchia, dai prof della Schweitzer (Sassi, Di Cesare, Persichilli, Artese, Terzano …) a quelli dell’Alfano (Raimondo, Pasqualini, Ciotoli, Vitale, Colabella, Mastrangelo …); una comunità educante che comprendeva anche le famiglie del “Villaggio degli Olivi”, il quartiere che ho abitato tra il 1980 e il 2008, e che almeno fino agli anni ‘90 era parte integrante di un paesaggio ancora in parte rurale, coincidente con una sconfinata area popolata di Olivi secolari, testimoni viventi di una cultura agricola oggi quasi scomparsa. 

Ho avuto il privilegio di conoscere l’altra metà di una Termoli remota, mai dimenticata da chi l’ha vissuta, che mi piace immaginare custodita nella memoria collettiva di un nome, Ter-moli, evocativo di una terra generosa di prodotti genuini e che affacciava sui moli dei pescatori.

A “Villaggio degli Olivi” ci conoscevamo tutti, come in un piccolo paese di provincia: liberi di crescere per le strade polverose della periferia, amavamo allacciare sui rami nodosi e possenti degli olivi patriarchi le funi regalateci dai bambini rom della zona, nostri compagni di gioco, per fabbricarvi delle altalene, tanto resistenti da farci sognare voli che solo la fantasia di quella fase della vita può regalare. 

Sono stato lontano da quel “villaggio” nella città soltanto durante il periodo universitario; appena il tempo di laurearmi in Psicologia e tornare, comprare casa a poche centinaia di metri dal campetto di terra battuta in via Udine, per arrivare fin qui, dopo cinque anni di amministrazione con Francesco Roberti, a sostenere, in lista con i Popolari per l’Italia, l’amico Nico Balice, candidato sindaco per il prossimo appuntamento di sabato e domenica, 8 e 9 giugno. 

Qualche anno fa ho chiesto ai miei colleghi amministratori di salvare gli ultimi olivi sopravvissuti di via Firenze, veri monumenti viventi che oggi arricchiranno il nome dello skate park che nascerà in zona, l’Olive Skate Park, appunto. Sono grato agli ideatori del progetto perché lì potranno continuare a giocare anche le mie figlie, Martina e Greta, che spesso hanno ascoltato la storia del vecchio villaggio.

Quegli olivi sono tanto radicati in me da essere diventati, per caso o per destino, uno strumento di promozione del benessere, dapprima nei miei progetti di agricoltura sociale e poi, negli ultimi anni da amministratore, nelle attività di rigenerazione urbana che ho promosso e condiviso con associazioni locali come il Lions Club Tifernus e la sezione provinciale di Campobasso della LILT, e soprattutto con l’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, di cui sono nel frattempo stato eletto vice presidente.

Uno dei progetti di rigenerazione urbana ha riguardato un’area verde abbandonata che costeggia via Volturno, nei pressi della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo: lì è sorto nel 2022, su mia iniziativa, il primo parco urbano in Italia ad ospitare la biodiversità olivicola di una regione intera, il Parco degli Olivi del quartiere San Pietro. Centotrentadue piante di piccoli olivi posti in file parallele, ognuna rappresentativa di una cultivar molisana, per l’esattezza venti diverse cultivar autoctone: una vera e propria banca della biodiversità molisana dell’olivo, testimonianza di una storia millenaria e, soprattutto, vero polmone verde della città, se pensiamo che ogni Olivo maturo sequestra ben sei volte la quantità di CO2 di una Quercia!

Studi scientifici dimostrano che, in media, un Olivo con un'età di 15 anni assorbe annualmente tra i 50 e i 150 kg di CO₂, fino a raggiungere 200 kg nelle piante di 30-50 anni. Sapete cosa significa per Termoli? Tenuto conto che un’automobile in ambito urbano, percorrendo circa 10.000 km annui, emette 1,6 tonnellate di CO₂ in un anno, il nostro Parco degli olivi sequestrerà un quantitativo di CO₂ pari a quello emesso da ben 12 automobili.

Dicevo della mia infanzia a Termoli: devo a quegli anni meravigliosi tutto ciò che sono. Devo a quegli anni anche il mio modo di concepire il “fare politica”: qualcuno ha chiesto, a me che sono un analista, perché mai sentissi il bisogno di avvicinarmi al “potere”; ho risposto che sì, c’è una forma di potere che mi interessa, e questa è sicuramente il “poter fare”.

Immagino servizi innovativi in ambito educativo, culturale, sociale, turistico, enogastronomico: faccio progettazione sociale ed educativa da 22 anni ma negli ultimi anni, grazie alla mia esperienza politica, ho incontrato una squadra di amministratori operosi e capaci (termolesi, molisani e – grazie alle Città dell’Olio – di altre 17 regioni italiane), uniti dal voler fare bene per la nostra città e per la nostra regione. Pensate! Alcuni di loro mi hanno permesso di contaminare finanche l’olivicoltura con la psicologia: lo sapevate che in Italia, grazie alle nostre prime esperienze di recupero di uliveti abbandonati e alle esperienze di Mindfulness tra gli olivi del Parco, assieme a cooperative sociali e associazioni molisane, è nata l’Olivicoltura Sociale? Prima del 2022 non esisteva. È stata riconosciuta dalle Città dell’Olio come una nuova declinazione dell’olivicoltura in Italia, un format di promozione territoriale che guarda al Turismo dell’Olio, al “dopo di noi”, alla valorizzazione della dieta mediterranea e alla promozione di benessere con una trasversalità di “saperi” che mai prima d’ora l’olivicoltura italiana aveva osato immaginare. Siamo fieri di questo percorso fatto grazie alla lungimiranza dell’allora sindaco Francesco Roberti, oggi presidente della Regione Molise, che ringrazio per aver riposto fiducia in me, designandomi referente di Termoli per le Città dell’Olio.

Il prossimo mese di ottobre ci aspetta la prima raccolta delle olive al Parco: ho proposto al Centro di Salute Mentale di Termoli di coinvolgere gli utenti del servizio nella gestione dell’uliveto di Via Volturno e di donare l’olio che potranno produrre ai bambini e ragazzi della Casa di Kore, la comunità che ospita minori allontanati dalle famiglie. L’ho chiesto perché anche nella Casa di Kore c’è un po' del mio “poter fare”: quando era sindaco l’amico Antonio Di Brino fui io a suggerire, fornendo all’amministrazione gratuitamente anche il progetto, di aprire a Termoli una struttura per i minori allontanati. Perché non dare la possibilità ai minori di frequentare gli stessi luoghi ove erano nati e cresciuti? O di incontrare le loro famiglie di origine in luoghi protetti? Perché allontanarli in altre regioni o in alto Molise, quando invece si sarebbe potuto dar lavoro anche ai giovani operatori sociali termolesi? 

Eccomi qui, dunque, pronto a dare continuità al percorso avviato nelle strade polverose del Villaggio degli Olivi. 

Nicola Malorni

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