Nuovo round in Parlamento sull'automotive, Urso risponde anche sulla Gigafactory
TERMOLI. Nell’aula di Montecitorio, ieri, il deputato del gruppo Verdi-Sinistra Marco Grimaldi ha interrogato al question time il ministro Adolfo Urso, sulle “Iniziative a favore del comparto automobilistico, con particolare riferimento ai piani industriali di Stellantis e all'incentivazione della produzione di veicoli sul territorio nazionale”. Si è parlato anche della Gigafactory di Termoli.
«Cosa è successo su Stellantis proprio qui alla Camera nell'ultimo mese? Lei, Ministro, lo sa bene. Abbiamo audito Tavares e Tavares è riuscito a fare scena muta: non un piano industriale, non un nuovo modello, nessuna certezza; solo ricatti. A John Elkann cosa è successo? Gli abbiamo mandato una lettera ufficiale della Camera e lui si è rifiutato di presentarsi, dicendo che per lui andavano bene le parole dell'amministratore delegato. Mai successo! Abbiamo appena detto dell'ennesima richiesta di cassa integrazione. Questa volta il grido d'allarme e di dolore viene da Termoli, dopo lo stop alla gigafactory, e arriva dopo Pomigliano, dopo Cassino e dopo Torino. Siamo diventati il Paese leader non dell'automotive ma della cassa integrazione. Allora, la domanda è semplice: come farete a costringere Stellantis a favorire la produzione di modelli mass market in Italia? Cosa farete per vincolare gli incentivi al reshoring di modelli FIAT che oggi sono programmati in Serbia, Polonia e Marocco? Ma davvero - e chiudo - dopo mesi di lavoro, dopo una mozione votata qui in Parlamento e dopo lo sciopero di FIOM, FIM e UILM, pensate di farlo tagliando 4,6 miliardi all'automotive per armarci fino ai denti e per darli alla difesa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?»
Il ministro Urso risponde che: «Abbiamo svolto, dopo la mozione parlamentare, un tavolo Stellantis, lo scorso 14 novembre, che si è concluso con la richiesta all'azienda di presentarci entro il 16 dicembre, nel prossimo tavolo, un piano Italia convincente e sostenibile che preveda investimenti negli stabilimenti del nostro Paese, così come richiesto dalle mozioni parlamentari approvate qui, in quest'Aula. Abbiamo chiesto, nello specifico, che l'impresa precisi quante risorse intende investire nel nostro Paese e come intende sviluppare i contratti di sviluppo per gli stabilimenti italiani, garantendo una significativa tutela occupazionale.
Abbiamo chiesto che venga data certezza sui tempi e sulle modalità relative alla realizzazione della Gigafactory di Termoli e abbiamo chiesto che venga destinata all'Italia la nuova piattaforma produttiva dedicata alle vetture di piccola dimensione, che contribuirebbe ad aumentare la sostenibilità delle imprese della componentistica italiana. Solo se vi saranno risposte convincenti e assertive su questi punti sarà poi possibile, con il concorso di tutti gli attori, supportare il percorso definito dall'azienda. In quella sede, abbiamo anche annunciato il raddoppio del Fondo automotive, da 200 a 400 milioni di euro, a cui si aggiungono i residui dei precedenti piani di incentivi, che ammontano a 240 milioni di euro, così da arrivare nel 2025 a 640 milioni di euro, che destineremo interamente a sviluppare la filiera della componentistica per accompagnarla nella transizione energetica. Inoltre, per favorire i contratti di sviluppo destinati alle filiere strategiche e, quindi, anche all'automotive, ho firmato un decreto ministeriale che dà una dotazione iniziale di 500 milioni di euro. In questo modo, le risorse per i contratti di sviluppo per gli investimenti delle imprese dell'automotive nel prossimo anno saranno di 1,1 miliardi di euro».