«Alimentare la speranza per uscire dalla crisi, Guglionesi lo merita e nessuno può tirarsi indietro»
GUGLIONESI. La comunità di Guglionesi sta soffrendo l'assenza di un'amministrazione comunale frutto di scelte politiche della cittadinanza, per quanto possa agire un commissario straordinario, per questo in vista delle elezioni amministrative, occorre "Alimentare la speranza per uscire dalla crisi".
La pensa così l'ex sindaco, Giuseppe Vaccaro: «Nello scenario politico e socioeconomico della nostra comunità la politica e l’istituzione comunale hanno dimostrato, soprattutto nell’ultimo decennio, di non saper affrontare adeguatamente la transizione dovuta ai notevoli cambiamenti in atto.
Anziché privilegiare un terreno fattivo di confronto, partecipazione e condivisione di proposte utili, il paese è sprofondato nella crisi nell’illusoria scelta di trovare soluzioni adeguate attraverso risposte individuali o pratiche legate ad un tecnicismo meramente burocratico.
Al contrario l’unica strada percorribile doveva essere quella di puntare su un agire collettivo, frutto di strategie, collaborazioni ed alleanze capaci di affrontare non solo il quotidiano, ma soprattutto i cambiamenti per il futuro.
Certamente l’andamento demografico di una popolazione che invecchia sempre di più e una comunità non più accogliente per i propri giovani, costretti ad andare via per lavoro in una migrazione silenziosa e perniciosa, contribuiscono alla diffusione di un clima di devastante rassegnazione che impedisce un qualsiasi tentativo di reazione da parte dei residenti.
Occorre invertire la rotta puntando alla riacquisizione di quella fiducia che è la leva di ogni cambiamento in quanto la sua assenza impedisce la costruzione di un futuro ed è all’origine della visione che basa le scelte in una logica di respiro.
Il futuro deve essere un’ambizione comune, di tutti e non di pochi, frutto della partecipazione di tutta la comunità la cui guida non può essere delegata a pochi. Certo occorre partire dalle cause che sono all’origine dell’attuale crisi, ma è ora di passare dalla diagnosi alla terapia. È indispensabile soffermarsi sui problemi, non solo sulle conseguenze, ma anche sui meccanismi generativi che li hanno alimentati.
Oggi ci viene richiesto un rinnovamento generazionale che è fenomeno naturale delle cose impossibile da contrastare, ma anche un paradigma diverso della visione complessiva degli obiettivi da raggiungere e degli strumenti da mettere in campo.
Sul fronte amministrativo manca una qualsiasi strategia di programmazione per cui le singole realizzazioni sono più dovute ad opportunità di finanziamento che a reali bisogni del territorio.
Sono del tutto assenti gli strumenti tipici di una doverosa e imprescindibile programmazione territoriale (Piano Regolatore Generale, Piano di recupero del centro storico, Piani territoriali di coordinamento, ecc.). Partecipiamo ad organismi consortili/associativi senza esercitare alcun ruolo preminente per il nostro territorio, senza parlare di una politica che troppo spesso è debole nella interlocuzione con taluni soggetti economici il cui rapporto invece dovrebbe essere ispirato ai sani principi di un reciproco profitto.
Nel silenzio più assordante si è smantellato un apparato amministrativo che negli anni aveva assicurato un corretto apporto alle decisioni degli organismi elettivi comunali per qualche attuale dirigente il cui operato è sotto gli occhi (socchiusi) di tutti e persino di chi ne dovrebbe controllare l’operato.
Ci vuole una politica forte in grado di fermare la svendita del nostro territorio a prezzi di saldi inaccettabili: il nostro contesto territoriale è stato interessato, e lo sarà ancora di più a breve, da massicci e devastanti interventi a fronte di royalty che sono pochi spiccioli da spendere, non affatto in grado di far fronte all’irreparabile danno ambientale/paesaggistico e forse anche in fatto di salute pubblica.
Occorre pertanto riscoprire il valore dell’agire e del pensiero comunitario poiché la vita di ognuno non è solo riferita al suo habitat personale (casa, famiglia, lavoro, ecc.), ma si svolge anche in un orizzonte più ampio che è quello dei beni comuni da salvaguardare e valorizzare (strade, piazze, ambiente, paesaggi, beni artistici e culturali, scuole, ecc.) e delle relazioni interpersonali che devono essere improntate al confronto, all’ascolto, alla solidarietà diffusa e orizzontale che sono gli strumenti tipici di una comunità vivibile che guarda al futuro con speranza facendo affidamento sulle proprie migliori risorse umane e materiali.
Guglionesi lo merita e nessuno può tirarsi indietro!»