«Nel decreto flussi maggiore sicurezza e solidarietà umana»

Il commento mer 04 dicembre 2024
Politica di La Redazione
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Costanzo Della Porta ©TermoliOnline.it
Costanzo Della Porta ©TermoliOnline.it

TERMOLI. Il senatore molisano di Fratelli d'Italia, Costanzo Della Porta, interviene sul cosiddetto decreto Flussi.

«Il dl 145/2024 che abbiamo appena approvato in via definitiva al Senato, non è altro che un ulteriore tassello di un mosaico ben delineato che, insieme al Decreto Cutro, al Piano Mattei e all'accordo con l'Albania, ha, come chiara priorità, la sicurezza degli italiani.

Un provvedimento che muove su tre direttrici: 1) Incentivazione alle assunzioni di stranieri regolarizzati; 2) Sicurezza nazionale; 3) Ristoro per le vittime di caporalato.

In questo senso il Governo Meloni ha aumentato di gran lunga il numero di lavoratori stranieri oggetto di regolarizzazione (che dai precedenti governi era fissato in 35 mila unità!) portandolo a 110 mila unità, da utilizzare per i lavori stagionali. Oltre ad un altro contingente di 10 mila unità, da adibire alla assistenza di anziani e disabili, che risponde alla necessità di ausilio sociale delle famiglie italiane.

Nel corpo del Decreto trova grande spazio il tema della sicurezza nazionale.

Le opposizioni stigmatizzano la violazione della privacy degli immigrati perchè il decreto prevede norme che consentono, per ragioni di sicurezza, di controllare dispositivi elettronici in loro possesso.

Mentre per Pd, 5Stelle e AvS la priorità è garantire la privacy degli immigrati, per il Governo Meloni la priorità è la sicurezza degli italiani.

Ci sono casi emblematici che ci dimostrano che siamo sulla strada giusta, come quello di Nabil Benhamir, marocchino di 29 anni, che si "voleva immolare" per l'Isis. 

Sul cellulare aveva istruzioni per azionare ordigni esplosivi con vecchi cellulari, uno dei quali in suo possesso. Sul suo smartphone sono stati rinvenuti video di azioni suicide e “testamenti” di attentatori prima di immolarsi, oltre a tracce di comunicazioni effettuate tramite WhatsApp, che lasciano supporre l’esistenza di un “mandato” che l’indagato avrebbe dovuto assolvere in Italia.

Ma il provvedimento ha anche un lato umano e solidale.

È infatti stabilito che, a chi è vittima di caporalato e, in particolare, per chi è vittima dei reati (artt. 600, 601, 602 e 603 bis c.p.), si riconosca il permesso di soggiorno per casi speciali. Alla sua scadenza, il permesso di cui sopra può essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di studio».

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