Multe: i trucchi per arrotondare

mar 04 gennaio 2022
Veicoli al crocevia di Claudio de Luca
3min

Dopo quasi 12 anni di attesa, il Governo si è impegnato a varare, entro i primi mesi del 2022, un decreto che disciplini l’utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza. Gli enti locali devono trasmettere per via informatica ai Ministeri dei Trasporti e dell’Interno, entro e non oltre la data del 31 maggio, un rapporto relativo al periodo intercorrente tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre in cui indicare i dati relativi ai proventi di spettanza. Tra le altre cose la relazione deve riportare l’entità delle sanzioni amministrative pecuniarie e le informazioni dettagliate relative alla loro destinazione. Il settore delle ‘multe’ stradali rappresenta in Italia una sorta di giungla intricata; e ciò soprattutto grazie alla scarsa trasparenza dimostrata dagli enti locali territoriali che, in forza della legge, sono tenuti a rendicontare annualmente al Ministero competente gli importi incassati per gli accertamenti effettuati in materia di violazioni al Codice della strada, dichiarando quanti fra questi derivino dall’uso dei misuratori della velocità.

Ha posto il dito sull’argomento il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli (di Forza Italia), che, da tempo ha avuto a lanciare una crociata al fine di garantire ai cittadini maggiore trasparenza sul fronte delle violazioni accertate in materia di circolazione stradale e sulla corretta destinazione di tali introiti. “Non esistono dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali”, ha spiegato nella sua veste di componente della Commissione trasporti della Camera. Tutto questo avviene benché la legge abbia imposto a ciascuna Amministrazione di destinare al Governo, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione telematica sugli introiti degli importi accertati, ivi compresi quelle acquisiti grazie all’uso dei cosiddetti ‘autovelox’. Basti pensare che, sulla scorta dei dati forniti di recente dal Governo stesso, su di un totale di circa 7.900 Comuni, più di 1 su 3 (2.747) non ha fornito la rendicontazione sui proventi acquisiti relativamente all'anno 2020. Perciò, nel corso dell'esame parlamentare dell'ultimo decreto in tema di trasporti, è stato approvato un emendamento che - da luglio 2022 - obbliga il Governo a pubblicare sul suo sito tali dati. Per l’intanto, incrociandoli, si può stimare che l'ammontare complessivo delle sanzioni possa arrivare a superare i 3 miliardi di euro/anno.

Ma solo una parte di questo "tesoretto" viene effettivamente incassato dagli enti locali (il 56% circa, pari a quasi 1,7 miliardi di euro). Nel periodo precedente la pandemia il Comune di Milano era quello che, grazie alle sanzioni pecuniarie stradali, ha registrato gli introiti più alti, pari a circa 180 milioni di euro nel 2019, seguito da Roma (170 milioni), da Torino (50 milioni), da Bologna e da Firenze (circa 47 milioni). Solo 36 milioni di euro i proventi incassati a Napoli. Ad alimentare tale ‘business’ sono stati proprio i succitati misuratori di velocità: 2,5 milioni le contravvenzioni solo per violazione dei limiti (dati Aci-Istat 2019) che sarebbero elevate ogni anno. 

L'Italia vanta, inoltre, il primato europeo del numero di apparecchi che misurano la velocità installati sulle strade: se ne contano oltre 8.000 lungo l’intera Penisola, contro i circa 4mila della Gran Bretagna, i 3.800 della Germania ed i 2.400 della Francia. Si tratta, peraltro, di sistemi di rilevazione a distanza della velocità soventemente installati al solo scopo di fare lievitare i proventi delle casse delle Amministrazioni locali, non sempre infallibili, come nel caso di una sanzione elevata ad Osimo (An) nei confronti di un automobilista accusato di avere viaggiato, con la sua utilitaria, alla velocità di 703 km/h; o al caso dell'autovelox di Este (Ro) che ha elevato una sanzione ad un Fiat Fiorino che sfrecciava a 983 km/h. C'è stato pure un automobilista, in provincia di Padova, ‘pizzicato’ 4 volte in 4 minuti da diversi apparecchi di misurazione. Qualcosa però finalmente si muove e, dopo quasi 12 anni di attesa, il Governo si è impegnato a varare entro i primi mesi del 2022 il nuovo decreto che disciplina il corretto utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza, atteso dal 2010.

Claudio de Luca

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