Completa la 100 km del Passatore a 5 anni dal malore, la rinascita di Pinuccio Caruso
TERMOLI. A metà settembre 2019, Pinuccio Caruso accusò un malore in mare, a poche decine di metri dalla riva, rischiando davvero tanto, se non ci fosse stato l’intervento di un suo amico, Nicolino Catenaro, che aveva notato tutto dalla riva.
Per riportarlo in vita, poi, ci ha pensato il tempestivo intervento del 118 Molise, nei pressi del lido Panfilo.
Pinuccio, prima di quel giorno, da autodidatta aveva intrapreso l’attività sportiva da podista in modo serio e molto responsabile.
Si era reso protagonista di imprese sportive davvero importanti.
Il suo fiore all’occhiello è la partecipazione alla corsa tra le più conosciute e praticate d’Italia “La 100 km del Passatore”.
La 100 km del Passatore è una competizione podistica di ultramaratona che si svolge, annualmente, nell'ultimo sabato di maggio, con partenza da Firenze e arrivo a Faenza. La gara, che si è svolta per la prima volta nel 1973, è intitolata al Passatore, popolare figura della storia e del folklore. Una gara dura e faticosa, si corre di giorno e di notte ci sono duri saliscendi, insomma se non sei allenato in modo particolare sia mentalmente che fisicamente non riesci a portarla a termine.
Pino Caruso, prima che gli capitasse la disavventura in mare che ci ha fatto temere il peggio, questa corsa l’aveva già portata a termine per tre volte, quando correva per una società di Pescara.
E Pino si è rimesso in gioco sabato 25 maggio 2024. Per la quarta volta, il nostro caro Pinuccio, con la sua grande forza di volontà e caparbietà, ha portato a termine la gara. Pinuccio ci ha contattati subito dopo questa sua performance, non solo per raccontarci della gara ma per ricordare tutti quelli lo hanno “riportato alla vita”, da Nicolino Catenaro, a Mario Corizzo, scomparso prematuramente nelle scorse settimane, e che lo ha sempre spronato a riprendere nelle sue imprese. Ha voluto ringraziare noi che, con i tanti articoli, lo abbiamo incoraggiato a “rialzarsi” e l’amico Gianni Amoruso.
Noi siamo andati a trovarlo nel suo eremo, la sua palestra dove si allena, costruita in casa sua e ci siamo fatti raccontare le emozioni di essere tornato alla grande alla vita.