Affacciato sul porto di Termoli dal 1890, il Recchi Fish Restaurant è un'icona gastronomica della città e della costa adriatica. Nato come pescheria di una famiglia di armatori e pescatori, il locale ha attraversato un'evoluzione straordinaria negli anni, trasformandosi da semplice banco del pesce a rinomato ristorante, “come un bruco che diventa farfalla”.
È l’espressione che usa Giuseppe, attuale custode della tradizione familiare, ricordando i giorni lontani in cui l’attuale cucina a vista era occupata da una bilancia. “Ero così piccolo che se ci salivo sopra nemmeno mi pesava", racconta col sorriso.
L'avventura culinaria vera e propria del Recchi Fish Restaurant inizia poco più di dieci anni fa: papà Claudio e mamma Maria immaginano fra quelle mura un’attività di ristorazione. La trasformazione è graduale, a partire da un self-service di alta qualità, ideale soprattutto per lavoratori in cerca di una pausa pranzo più gustosa del solito. Ma il vero cambiamento arriva tra il 2016 e il 2017, quando il Recchi Fish Restaurant diventa ristorante alla carta, con servizio al tavolo ma mantenendo bancone del pesce e cucina a vista.
Chef Vilson, braccio destro dei Recchi fin dai primi passi, spiega il cambiamento dicendo che “prima c'era massa e velocità, adesso c'è eleganza e coccola”. Questo ha reso il Recchi un'entità rara nel tratto centrale della nostra costa, che offre un'esperienza gastronomica interattiva. Non solo i clienti possono scegliere il pesce, infatti, ma anche soddisfare le proprie curiosità su ciò che mangeranno; Vilson, fra un taglio e una spadellata, risponde alle domande e crea legami di fiducia e amicizia. “La preparazione espressa dei piatti davanti ai clienti è una forma di intrattenimento, quasi un cooking show” precisa Giuseppe per sottolineare questo rapporto diretto, perché “il contatto col pubblico per noi è tutto: oltre che con la bocca si mangia anche con gli occhi e infatti i nostri piatti non hanno nulla da nascondere”.
Da Recchi ogni cosa mira a creare un'atmosfera accogliente e familiare, nonostante la ricercatezza; lo illustra bene un episodio che racconta Giuseppe:
“Un giorno c’erano due coppie sedute a due diversi tavoli, e poca varietà di secondi. Spiego alla prima che avevamo un rombo molto grande. Erano perplessi; nel mentre io guardo l'altra coppia e propongo loro di dividerlo. La cosa va oltre ciò che immaginavo: i quattro finiscono per sedersi allo stesso tavolo, mangiare insieme e chiacchierare. Ho abbattuto i muri tipici dei ristoranti”.
Il menu del locale celebra la freschezza e la varietà del mare, unite dall’innovazione che lo chef Vilson ricerca nella sua cucina. Dagli antipasti caldi e freddi ai primi e secondi, passando per le crudités su cui vanno puntando sempre più, ogni piatto è preparato con maestria in cucina mentre fuori il “boss” Claudio Recchi, con le sue conoscenze ed esperienze, garantisce sempre la miglior scelta di pesce.
Nonostante la vastità dell’offerta, “il miglior complimento lo riceviamo sul pacchero all'astice e ai crostacei”, ci confidano Giuseppe e Vilson che nel locale accolgono una clientela variegata, da chi cerca un pranzo veloce ma di qualità a chi desidera trascorrere più tempo a tavola godendosi un pasto rilassante. Gli avventori arrivano da Recchi anche da posti lontani e che godono già di un’importante tradizione marinara, il che rende particolarmente orgogliosi i gestori perché conferma loro che per le persone non si tratta solo di mangiare buon pesce, ma di vivere un'esperienza culinaria e umana senza eguali.
Il Recchi Fish Restaurant offre anche asporto, organizzazione di cene di Natale, eventi aziendali e banchetti privati, nel ristorante o come catering servito in altre location. Ma Giuseppe e Vilson, con la freschezza e la motivazione che li caratterizzano, non si fermano qui e stanno già preparando altre proposte. Recchi è aperti tutti i giorni pranzo e cena, salvo mancanza di prodotto fresco, ed è consigliata la prenotazione.
Oltre che con la bocca si mangia anche con gli occhi, è per questo che i nostri piatti non hanno nulla da nascondere
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