TERMOLI. La quiete dopo la tempesta. In appena 48 ora il clima politico sull’affaire Interporto è completamente cambiato.
Dopo il quasi litigio di sabato mattina, pare che una lunga telefonata tra il governatore Michele Iorio e lo stesso ministro Di Pietro e il suo entourage abbia appianato divergenze e indignazione, portando il leader dell’Italia dei Valori a riconoscere alcuni dei rilievi mossi dal presidente del consorzio industriale Valle del Biferno, Antonio Del Torto, sulla cui fermezza si era infranta la cerimonia protocollare prevista due giorni fa.
E così, dopo aver modificato parte degli articoli contestati dal comitato direttivo (fatta eccezione per Caruso) sono state apposte le prime firme, Iorio, Del Torto e intorno alle 11.45, c’è stata l’adesione del sindaco Vincenzo Greco che, chiamando a raccolta maggioranza e opposizione (con a ruota la stampa) ha dapprima illustrato i contenuti del documento, alla presenza di un legale del dicastero alle Infrastrutture, poi siglatolo nelle quattro copie originali contrassegnate dai loghi delle rispettive istituzioni e, infine, aperto un piccolo dibattito che ha visto protagonisti, soprattutto, Ettore Fabrizio – uscito nervosamente dall’aula consiliare – e Antonio Di Brino.
In discussione, soprattutto, i passaggi della partecipazione alla società mista in consiglio comunale, dopo il via libera della giunta per l’accordo sottoscritto in mattinata, e la destinazione dei terreni acquistati per sei milioni di euro dalla Regione in località Marinelle, ora non più destinati all’opera strategica intermodale, bensì a ipotetici utilizzi di natura turistico-commerciale.
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