LARINO. Quelli di Campobasso, di Isernia e di Larino sono tribunali “sottosoglia”.
Già in passato i componenti dell’Anm avevano sostenuto che la spesa per la Giustizia poteva essere razionalizzata solo con un intervento mirato a ridurre il numero delle circoscrizioni, rendendo più funzionali quelle che fossero residuate ed offrendo ad esse un organico di almeno 20 Magistrati. Presentemente, nelle condizioni dei Palazzi togati molisani si ritrovano una 40ina di sedi dove l’organico è superiore a 10 ed inferiore a 20. Di queste, una 20ina sono ubicate in capoluoghi di provincia. Le sedi con organico fino a 10 sono una 15ina mentre assommano ad un centinaio quelle che vantano una dotazione di Magistrati superiore (o uguale) a 20 unità. Ciò posto, quando, in Molise, dopo gli Ospedali, saranno stati tagliati anche i Tribunali, pare che – in quel che resterà del vecchio Palazzone di Giustizia di piazza del Popolo – sarà collocato un “Presidio giudiziario di prossimità”. In sostanza, così com’è già accaduto per l’Agenzia delle entrate (diventata un ‘centrino’ di minuscoli servigi), la nuova struttura si occuperò ‘de minimis’.
Della ‘novità’ ha fornito notizia il Ministro per i rapporti con il Parlamento, parlando – il 22 novembre scorso – di geografia giudiziaria e di Uffici di prossimità al Senato (in sostituzione del Guardasigilli Bonafede). Poiché non sono stati redatti in proposito comunicati-stampa, in Molise non ne ha scritto manco una testata; e l’11 dicembre prossimo il progetto verrà presentato alle Regioni. In assenza di altre fonti, chi scrive ha tentato di saperne di più.
Questa tipologia di servizi è stata attuata sperimentalmente a Monza, a Torino, a Genova, a Vicenza ed a Milano. La novità vuole essere polivalente perché, secondo il Ministro Fraccaro, «si tratta di uno strumento di raccordo non solo con gli Uffici giudiziari quand’anche con ogni altra struttura (ospedali ed enti previdenziali con cui l’utente deve interfacciarsi per potersi tutelare in sede giudiziaria)». Il progetto prevede la dislocazione di meri sportelli dedicati al cittadino, con servizi minimali (l’invio di atti telematici, il ritiro di notificazioni e comunicazioni, la ricezione di atti e documenti), per non costringere a spostamenti logistici.
Questi sportelli dovrebbero ‘avvicinare’ all’Ufficio giudiziario. Il documento ufficiale, pieno solo di ‘parole’, delinea la «manifestazione concreta della Giustizia come un bene del territorio». In pratica è la risposta di un sistema in difficoltà che non riesce più rivolgersi a diversi interlocutori e, perciò, permette di accedere ad un unico punto di contatto in grado di fornire risposte univoche nel luogo più vicino. L’ambito di operatività sarà quello di amministrare un sostegno (tutele, anche di minori, e curatele, ossia il settore della giurisdizione più prossimo alle esigenze delle persone fragili). Gli sportelli forniranno orientamento sugli istituti di protezione giuridica, distribuiranno la modulistica degli uffici giudiziari, aiuteranno le parti nella preparazione dei ricorsi, cureranno la raccolta e la verifica degli allegati in tema di ‘ads’, la ricezione ed il deposito nella Cancelleria dei ricorsi, anche ricorrendo agli strumenti informatici del processo civile telematico, l’aiuto fornito agli amministratori di sostegno nella compilazione dei rendiconti periodici di amministrazione di sostegno e tutele provvedendone alla raccolta e deposito presso la Cancelleria, anche mediante l’utilizzo di strumenti informatici.
Insomma, di udienze e di cause vere e proprie non se ne faranno più? Ma, seppure così fosse, il finanziamento verrebbe addebitato agli enti locali senza il cui apporto gli sportelli sarebbero «inattuabili». Sarà necessaria anche l’attivazione di sistemi informatici di trasmissione dei ricorsi e delle istanze dagli sportelli di prossimità al Tribunale attraverso l’utilizzo del ‘pct’ con iscrizione del funzionario di sportello all’indirizzario telematico del tribunale o nelle forme più evolute, realizzando un punto di accesso tramite cui qualunque cittadino autenticato possa inviare atti telematici; e, in ultimo, l’attivazione di servizi di teleconferenza per l’audizione a distanza dei beneficiari delle Amministrazioni di sostegno. Insomma, un “tribunalino”.
Claudio de Luca