TERMOLI. Dopo i residenti in forma spontanea, sulla drammatica domenica bestiale vissuta nel quartiere Rio Vivo-Marinelle interviene il consorzio Termolise-Mare, che proprio una settimana prima aveva denunciato lo stato di degrado del comprensorio. Una settimana dopo c’è stato l’inferno. «Esprimiamo profondo rammarico per tutto ciò che si riversa e subisce il quartiere, dove all’esordio del secondo millennio, alle porte della città, sul mare e in un quartiere bene o male intensamente abitato, impera un degrado ambientale pauroso. con rischi di esondazioni e di incendi continui, la rete di bonifica fatiscente, carenti di servizi primari e vita grame per i circa mille ivi residenti. il consorzio pertanto invoca con determinazione una adeguata riqualificazione urbanistica di tale territorio, ridando ai cittadini sicurezza e dignità, nonché sviluppo e lavoro in tale quartiere. Ancora una volta assistiamo che le significative calamità naturali di ogni genere che interessano Termoli hanno sempre l’epicentro nel quartiere di Rio Vivo-Marinelle. Vedi le esondazioni, almeno 5 importanti negli ultimi 80 anni. La prima che si ricorda nel 1940, poi nel 1956, nel 1968, 1983 e nel 2003. Come si vede ogni circa 15 anni accade qualche rischio di esondazione del Biferno. E non vengono a dirci che dipende dalla Diga, perché quella fu realizzata solo nel 1970. Tali fenomeni invece riguarda solo ed esclusivamente dal bacino di dove si verifica il fenomeno piovoso, abbondantissimo e persistente: almeno 48/60 ore. Quando si verifica su tutto il territorio idrografico del bacino del Biferno e in quello del Cigno, allora dalla confluenza di quest’ultimo sul Biferno e fino al mare avvengono i disastri. Quindi e la messa in sicurezza dell’alveo del fiume dalla confluenza del cigno fino al mare che vanno adeguati gli argini e l’alveo di portata, magari trasformando l’ultimo tratto di 2 km a Parco Fluviale e Vanno bandite tutte le altre chiacchiere a riguardo. Poi gli incendi, questi si verificano dove vi è il massimo del degrado ambientale, con alta vegetazione non curata e appena il clima lo favorisce scoppiano paurosi e incontrollabili incendi nel territorio. Questo primato c’è là anche il quartiere di Rio Vivo-Marinelle. Perché? Ma perché è un territorio semi abbandonato, impedito di utilizzarlo per la sua naturale vocazione naturale: quella turistica ricettivo; avendo invece subito un Prg da circa 50 anni orsono, il quale ha destinato questo territorio all’attività Industriale e navale marittimo, nonché un mega interporto, opere queste mai realizzati e le aree, a tal fine destinate , sono rimaste alla mercè dei fenomeni naturali più degradabili che si possa immaginare. Il Consorzio con tutti i suoi cittadini ad esso aderenti intendono rivolgere presto alle Istituzioni interessate di collaborare affinché si giunga presto al risanamento ambientale e alla sicurezza di questo meraviglioso quartiere».