TERMOLI. Missione ampiamente compiuta per i cinque militari di mare della Guardia di Finanza in forza alla ‘Squadriglia Navale’ della città adriatica.
Settantacinque giorni di operatività in affiancamento per la vigilanza e il pattugliamento sulle direttrici di transito degli ‘scafisti’ albanesi.
Più di dieci settimane trascorse nella base territoriale di frontiera che le ‘Fiamme Gialle’ hanno installato a Seseno, una piccola isola posta nella baia di Valona, punto critico e snodo cruciale per la gran parte dei traffici provenienti dal ‘Paese delle Aquile’.
“Un’esperienza interessante e di particolare spessore formativo – ha riferito il comandante dell’Operazione Seseno, il ‘maresciallo aiutante’, Rocco Colatriano – . Lì non è come in Italia – ha aggiunto – i sistemi, i mezzi navali e i modi di operare sono totalmente diversi da quelli ai quali eravamo abituati”.
Il M.llo Rocco Colatriano sbarca dalla Victor 5002
“In questi mesi – ha raccontato ancora il comandante della missione – abbiamo portato a termine numerosi interventi di polizia marittima, come quando siamo riusciti a intercettare e recuperare più di un quintale e mezzo di stupefacenti, di cui 115 chilogrammi di hascish e 35 di marijuana”.
Sempre secondo Colatriano le persone che vorrebbero compiere tentativi di espatrio in clandestinità sarebbero in diminuzione, anche se permangono.
Ma un ruolo e una funzione a supporto di assoluto spessore è stato svolto anche in termini di vigilanza e pattugliamento nelle acque antistanti l’area portuale di Valona. Oltre al ‘comandate di macchina’ il maresciallo ordinario, Massimo Nappa, a bordo della motovedetta ‘Victor 5002’, hanno operato costantemente anche il vicebrigadiere, Pellegrino Repola (tecnico di bordo), e il ‘nostromo’, Davide Rizzi. Con loro un quinto finanziere che, però, protrarrà ancora la sua permanenza nella base di Seseno.
Familiari e commilitoni salutano i quattro finanzieri
“Sì è stata una bella esperienza – ha detto il maresciallo ordinario, Massimo Nappa – come comandante di macchina ho dovuto apprendere e mettere in atto modi di operare totalmente diversi dalla normalità. In più di una circostanza abbiamo lavorato in appoggio alla Polizia Albanese e bisogna dire che sono impreparati e non hanno mezzi adeguati per svolgere un efficace lavoro di prevenzione e sorveglianza. Tra l’altro questa esperienza mi ha posto nella condizione di comprendere come quella gente vive e della loro assoluta necessità di ricevere aiuti”.
L’attesa delle mogli e dei figli sulla banchina portuale
“Credo che l’operazione sarà ripetuta a breve – ha concluso il maresciallo Colatriano – ma sono altrettanto convinto che non saremo noi a partire nuovamente. Abbiamo fatto la nostra prima missione ed è bene che anche i nostri altri colleghi possano avere una loro opportunità per vivere questa esperienza particolare”.
Il comandante Colatriano stappa lo spumante
Sul molo d’attracco del natante delle ‘Fiamme Gialle’, erano ad attendere i loro familiari: mogli e figli, ma anche numerosi commilitoni, tra i quali il capo della Squadriglia Navale, Antonio Montesanto e qualche amico.
Poi una delle consorti dei quattro finanzieri appena sbarcati, ha preso una bottiglia di spumante, l’ha consegnata al comandante Colatriano che l’ha stappata suggendo tra gli applausi il ritorno a terra e a Termoli dei quattro militari della Guardia di Finanza.
Pietro Eremita